Primo PianoPetrolio in Val d'Agri e Valle del Sauro

L’Eni chiede una proroga. Grumento: no al pozzo di reiniezione


Si prospettano ancora trivellazioni in Basilicata. L’Eni ha chiesto la proroga decennale della concessione Val d’Agri, in scadenza nel 2019. La richiesta è stata appena pubblicata sul bollettino ufficiale degli idrocarburi e delle georisorse. La compagnia petrolifera aveva già chiesto al ministero dello Sviluppo economico una nuova autorizzazione per «modificare il Programma dei lavori di ricerca e sviluppo della concessione». Si preoccupano gli ambientalisti dell’associazione NoScorie Trisaia che «alla luce di questa richiesta anticipata di rinnovo» chiedono alle istituzioni locali, non solo della Val d’Agri, «di esprimere al ministero e al governo il proprio parere, tenuto conto che la concessione petrolifera interessa l’area del fiume Agri e il bacino idropotabile del Pertusillo» che dà l’acqua anche alla Puglia.

La concessione Val d’Agri, di cui Eni è contitolare con la società Shell Italia E&P che detiene il 39,23 per cento, è frutto dell’unificazione delle concessioni Grumento Nova e Volturino che scadono il 26 ottobre del 2019. Ma fa discutere, in queste ore, anche la vicenda del pozzo Monte Alpi Est 1 che si trova Grumento. Eni sta pensando di convertirlo da pozzo produttore, dove si estrae petrolio, a pozzo reiniettore, dove invece viene reiniettata l’acqua di scarto delle attività di estrazione del greggio. L’ipotesi è contenuta nella variazione del programma lavori presentata dalla compagnia petrolifera al Mise. Immediata la reazione di Antonio Imperatrice, sindaco di Grumento Nova che, in una lettera inviata alla Regione, ha già espresso la netta contrarietà del Comune al progetto. I motivi sono la vicinanza del pozzo al lago del Pertusillo e il rischio di micro sismicità indotta. Il pozzo Monte Alpi Est 1 è in assoluto uno tra i più vicini alla diga. Imperatrice esprime tutta la sua preoccupazione per la richiesta di Eni al ministero di aprire un pozzo di re – iniezione nel territorio di Grumento. «La richiesta – spiega il primo cittadino – contempla sia Monte Alpi Est 1 sia Monte Alpi 9, ma noi ci opponiamo. Ho chiesto anche un incontro alla Regione, ma non vi è stata ancora nessuna risposta».

La reiniezione fino ad ora è avvenuta nel pozzo Costa Molina 2, a Montemurro, che ad ottobre è stato chiuso dalla Regione, a seguito di una segnalazione dell’Ar – pab che aveva rilevato la presenza di sostanze pericolose. Tra i nuovi progetti di Eni c’è anche quello di realizzare un nuovo pozzo di perforazione chiamato «Alli 5». Secondo la compagnia petrolifera questo impianto dovrebbe sostituire i precedenti progetti di tre pozzi con un minore impatto ambientale. Ma questo non basta a placare le polemiche. Per gli ambientalisti di ScanZiamo le scorie «la perforazione di altri pozzi finisce con l’alimentare uno sviluppo distorto della nostra terra». Eni precisa che il piano «persegue la riduzione dell’impatto ambientale » anche con «la diminuzione del numero dei pozzi da realizzare», rispetto a quanto previsto in passato, e «rispetta gli obiettivi e i limiti di produzione definiti dal protocollo siglato con la Regione nel 1998». La compagnia petrolifera ribadisce l’impegno ad adottare «le migliori tecnologie disponibili per minimizzare l’impatto ambientale, visivo e l’occupazione del suolo».

FONTE: PINO PERCIANTE – LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO

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