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Le valutazioni dell’Istituto Superiore di Sanità sulla VIS Val d’Agri: nota ENI


L’Istituto Superiore di Sanità ha reso disponibile nei giorni scorsi le proprie valutazioni sullo studio di impatto sanitario (VIS) condotto, tra il 2013 e il 2015 in Val D’Agri, e in particolare nei Comuni di Viggiano e Grumento Nova, dal gruppo scientifico costituito da IFC-CNR, ISAC-CNR, ISE-CNR, Dipartimento di Biologia dell’Università di Bari e Dipartimento di Epidemiologia del Servizio Sanitario della Regione Lazio.

In una relazione corposa e dettagliata (qui il link al documento) l’IstitutoSuperiore di Sanità, per l’Italia la massima autorità tecnico-scientifica in campo sanitario, rileva diverse incongruenze nell’articolazione dello studio e in generale sottolinea i limiti che condizionano in modo determinante  la validità complessiva del documento.

Nell’ambito della metodologia utilizzata per la valutazione dell’esposizione ambientale, l’ISS sottolinea, tra le altre considerazioni, come lo studio, oltre ad alcune pur importanti inesattezze e omissioni riguardo unità di misura ed editing, non sia rappresentativo per le scelte del periodo di tempo considerato, per la correlazione tra lo stesso tempo e i modelli meteorologici, per la distribuzione nel tempo delle misurazioni, per la scelta degli inquinanti analizzati, alcuni dei quali addirittura non riconducibili alle attività del COVA ed altri invece ( Benzene e Toluene) confermati ampiamente nel range di concentrazione di siti di tipo rurale (secondo le “Air quality guidelines” dell’OMS).

Per quanto concerne la parte del documento riguardante lo studio epidemiologico, non classificabile peraltro come Valutazione di Impatto Sanitario (VIS) secondo le linee guida internazionali, l’unica correlazione statistica ipotizzata tra la presenza del COVA e una malattia non è confermata dall’ISS. L’Istituto infatti evidenzia che la relazione fra livello di esposizione e ospedalizzazione per le malattie circolatorie e respiratorie nella popolazione femminile, non può essere valutata come conclusiva sulla base delle criticità emerse nella fase di stima dell’esposizione.

Infine, nello studio anche sulla base delle considerazioni dell’ISS, appare come non siano stati considerati con l’opportuna rilevanza fattori condizionanti la salute non riferibili al COVA oltre che dati oggettivi come tassi di mortalità antecedenti l’inizio dell’attività del Centro Olio Val D’Agri dai quali si evincono significativi pregressi sanitari sulle malattie cardiovascolari.

In sintesi è possibile concludere che anche lo studio presentato, come peraltro tutti gli studi condotti negli anni da Eni sulla salute dei suoi dipendenti (qui i link utili) non possa stabilire una correlazione tra il Centro Olio e un aumentato rischio per la salute della popolazione.

Eni affida il massimo valore ad ogni approfondimento scientifico si intenda fare sull’ambiente e la salute dei cittadini. In questo senso accoglie con favore, di concerto con l’ISS, la proposta di un nuovo progetto di ricerca in Val d’Agri. L’importante è che ogni indagine abbia l’autorevolezza scientifica riconosciuta necessaria e persegua unicamente l’obiettivo di aumentare la trasparenza e l’oggettività delle informazioni, in funzione della crescita della sicurezza dei cittadini e della salvaguardia dell’ambiente.

Valutazioni dell’Istituto Superiore di Sanità sulla VIS val d’Agri

 

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