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Con l’arrivo nei cantieri di Tempa Rossa di un centinaio di lavoratori proveniente dalla Polonia rivediamo un film già visto a Viggiano


Con l’arrivo nei cantieri di Tempa Rossa di un centinaio di lavoratori proveniente dalla Polonia rivediamo un film già visto a Viggiano negli anni passati con l’impiego di maestranze di Paesi dell’Est Europa e persino da Paesi nordafricani. Tutto ciò mentre i sindacati, le istituzioni regionale e comunali, stanno a guardare o magari diffonderanno il solito comunicato di doglianza e di circostanza.
Anche nel comprensorio petrolifero del Sauro la “sostituzione” di molti operai, assunti dalle società appaltatrici tramite agenzie interinali, con altri provenienti dall’Est Europa, non è una pratica nuova. Accade che i contratti scadono e non vengono rinnovati. Ma non per mancanza di lavoro, visto che al loro posto arriva manodopera che è a più buon mercato : 5 euro l’ora per un polacco contro le 9 euro l’ora per un italiano, mentre un metalmeccanico italiano specializzato assunto da un’agenzia interinale, dopo nove mesi, arriva a circa 1.400 euro. Una situazione che suona come un ulteriore schiaffo alle aspettative dei disoccupati di quest’area tra le più povere e spopolate della Basilicata che ha già pagato il prezzo altissimo di “assunzioni pilotate” su raccomandazione di sindaci (non più in carica) come l’inchiesta giudiziaria non ancora conclusa ha documentato. Municipi trasformati in uffici di collocamento.
La propaganda della Total secondo cui il personale occupato dalle imprese appaltatrici e da quelle subappaltatrici per la preparazione del sito, sia nella costruzione del centro olio sia nella realizzazione del centro GPL, nonché nella costruzione delle condotte e l’escavazione dei pozzi, è lucano per l’84% non ci convince perché come hanno dichiarato i maggiori dirigenti sindacali a Tempa Rossa la reale presenza massiccia è fatta di extracomunitari e comunque di stranieri e di non lucani. Le anomalie che ci vengono denunciate direttamente dai lavoratori riguardano persino buste paga solo formalmente legali, in molti casi con doppio rapporto di lavoro e salario unico e con condizioni di lavoro e salario effettivo da Terzo Mondo. Una situazione che richiede un’immediata vigilanza degli organi dell’Ispettorato del Lavoro. Né può valere l’alibi per la Total che nei subappalti non ha responsabilità dirette.

Sull’impiego di manodopera estera che “scavalca” quella locale e lucana in generale per i lavori del Centro Olio Total a Corleto è da tempo che il Csail propone di affidare ai Centri per l’Impiego specie quelli comprensoriali con sede a Villa d’Agri e Laurenzana, rafforzati di organici e mezzi, ogni compito di assunzione a tempo determinato e indeterminato per la Total come per ogni impresa appaltatrice e subappaltatrice. Nel Sauro si ripete la stessa situazione che abbiamo registrato e contestato, con ogni mezzo, in Val d’Agri con l’arrivo di operai siciliani ma anche di Paesi dell’Est Europa ed extracomunitari.

Filippo Massaro, portavoce CSAIL

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