In occasione della Giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, istituita dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite il 17 dicembre 1999, l’Associazione Donne Giuriste Italia (ADGI)-Sezione di Potenza rivolge un pensiero alle donne e bambine ucraine, violentate, torturate ed uccise, alle donne afgane ed irariane e a tutte le donne che, in Italia e nel mondo, ancora sono vittime di violenza, pratiche, consuetudini ed atteggiamenti che ledono la loro libertà e la loro integrità psico-fisica. “Il fenomeno della violenza contro le donne affonda le sue radici in fattori di ordine sociale, culturale ed economico e può essere risolto solo attuando un profondo cambiamento culturale basato sul principio dell’uguaglianza e sul valore della parità di genere -sostiene l’Avv. Giovanna M. A. De Gregorio, Presidente della Sezione ADGI di Potenza. Resta ancora molto da fare per arginare questo preoccupante fenomeno che si traduce nella violazione di diritti umani fondamentali: bisogna promuovere una cultura inclusiva e sensibile al genere ed incoraggiare le donne a denunciare le violenze subite assicurando loro sostegno, assistenza e protezione”. L’invito che oggi le Giuriste della Sezione Potentina ADGI rivolgono a tutte le donne è quello di NON TACERE e di REAGIRE ALLA VIOLENZA, come suggeriscono i versi della poesia composta dall’Avv. Serena Calzoni -Consigliera Segretaria Sezione ADGI di Potenza:
“Amica
Togli il velo da quegli occhi tristi e guarda.
Guarda, proprio lì, dove tu vedevi l’amore promesso
e vedi, vedi quello che non c’è.
Non ci sono due anime all’unisono ma ce n’è una sola,
la tua.
Sgualcita, smarrita, spezzata.
Ora, Amica mia, riprenditela. E’ tua, e tua soltanto.
Lasciale cadere, quelle catene stanche che troppo ti hanno legata stretta,
che troppo ti hanno ferita in fretta.
Abbattilo quel muro di sofferenza, dove tanto hanno giaciuto le tue spalle,
hanno taciuto i tuoi pensieri.
Adesso, Amica cara, toccala questa vita nuova. E’ tua, e tua soltanto.
L’hai tenuta bassa la tua testa, per non patire quello schiaffo,
per non sentire un altro insulto.
Amica,
puoi, la puoi rialzare quella testa,
la devi aprire quella porta abbozzata per respirare il mondo fuori. E’ tuo, e tuo soltanto.
Ora chiudila, serrala forte al tuo passaggio
così, che quel passato, sia solo il suo. Il suo soltanto.
Il tuo futuro farà più rumore di quello schiaffo,
farà più male di quell’insulto.
E’ ora, Amica mia, il tuo futuro. Eccolo, prendilo, è tuo. E tuo soltanto”.