Società e Cultura

La stagione estiva ha portato bene a ristoranti, bar, pub, esercizi di somministrazione di cibo e bevande che hanno incrementato le vendite


“Sicuramente grazie al Green Pass – sottolinea il Centro Studi di Fipe-Confcommercio, la Federazione italiana dei Pubblici esercizi – nell’estate appena conclusa i turisti hanno aumentato la loro spesa in bar e ristoranti, anche se l’assenza di flussi internazionali, per alcuni Paesi extra Ue, e la riduzione per i Paesi Europei  pesa ancora sul comparto. A risentirne in provincia di Potenza, in particolare Maratea e le località turistiche preferite dagli stranieri. Ecco perché bisogna lavorare tanto per il rilancio di un settore strategico per l’offerta turistica del nostro Paese. Purtroppo l’attuale Pnrr, a nostro avviso, non presta la dovuta attenzione al consolidamento e allo sviluppo dell’enogastronomia e della ristorazione in generale. Un errore da non sottovalutare: solo 150 Comuni italiani su 8.092 non hanno neppure un bar o un ristorante. Il che significa che i Pubblici esercizi svolgono un ruolo di aggregazione e animazione urbana anche nei più piccoli centri abitati. Una particolarità italiana che piace molto ai turisti internazionali, attratti dal nostro modo di vivere il fuori casa”.

Sempre secondo il Centro Studi di Fipe-Confcommercio nel secondo trimestre 2021 l’indice del fatturato delle imprese della ristorazione cresce dell’82,7% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente che equivale ad un recupero consistente. Una crescita importante che tuttavia va interpretata sapendo che il confronto viene fatto su un trimestre in cui le aziende sono state chiuse per 48 giorni consecutivi. L’incremento sarebbe stato ben più consistente se non ci fossero state le tante restrizioni che le aziende hanno ancora subito in aprile e maggio di quest’anno.

Ma avvertono gli operatori della filiera ristorazione il confronto con il 2019 mostra che il fatturato del settore resta ancora inferiore del 34,4 % a quello del secondo trimestre 2019.

Sulla base dei risultati stimati per il terzo e quarto trimestre dell’anno corrente a fine anno la crescita complessiva dovrebbe attestarsi sul 16,6%..

Questi numeri – commenta Michele Tropiano, vice presidente Confcommercio Potenza – dimostrano ancora una volta che le nostre percezioni erano corrette: la ristorazione è rimasta paralizzata per un anno intero con 184 ristoranti e 101 bar che in Basilicata hanno cessato l’attività e i ristori nazionali arrivati non sono stati minimamente sufficienti per riequilibrare le perdite. Riconosciamo che a livello regionale si è fatto il possibile in termini di aiuti che stanno arrivando anche in questi giorni. L’auspicio è che, da questo momento in poi, si decida di puntare con maggior decisione su un settore strategico per l’offerta turistica del nostro Paese, rilanciandolo anche attraverso politiche di sviluppo da sostenere attraverso i fondi del Pnrr. Sempre  i numeri confermano il valore del nostro settore non solo da un punto di vista economico, ma anche culturale e sociale. In termini di consumi, occupazione e valore aggiunto emerge il ruolo centrale della ristorazione nella filiera agroalimentare nazionale, un elemento di cui dovranno tener conto le politiche di filiera, ad ogni livello. Non possiamo nascondere, infine, alcune rilevanti criticità che pesano sullo sviluppo del settore a cominciare dagli elevati tassi di mortalità imprenditoriale, dall’eccesso di offerta e dall’abusivismo”.

Tropiano infine mette il “dito nella piaga”: per le 1430 assunzioni previste in Basilicata entro il prossimo novembre nei servizi turistici, ricettività ristorazione ne mancheranno all’appello almeno 500-600 tra personale  cucina e sala, barman, lavoratori alberghieri. Le nostre imprese si portano dietro dall’inizio dell’estate  la carenza di personale e non solo specializzato per le difficoltà nel reperire persino quelle figure professionali come i camerieri occasionali che prima della pandemia erano in abbondanza. Un fenomeno nazionale: negli alberghi e ristoranti italiani mancano tra le 120 mila e le 150 mila unità di lavoro.

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