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La buona sanità è di casa all’ospedale di Villa d’Agri


A salvare l’ospedale di Villa d’Agri sono, come sempre, la grande professionalità, l’impegno, la dedizione e il sacrificio del personale medico e sanitario come testimonia l’eccezionale intervento chirurgico al femore effettuato ad una donna centenaria di Tramutola riferito dalla Gazzetta della Val d’Agri. Una delicatissima ed efficiente operazione coordinata dal dottor Aldo De Falco ed eseguita dall’intera equipe del reparto di Ortopedia. Sono queste le notizie di buona sanità che vorremmo ricevere sempre e che soprattutto nel presidio ospedaliero valligiano, da sempre sotto attacco concentrico della politica e dei burocrati di Potenza, hanno un significato ancora più importante.

E’ il significato dell’importanza dell’ospedale per la salute non solo delle comunità della Val d’Agri e della validità del personale che ci lavora tra grandi difficoltà persino per la mancanza di materiale indispensabile, come nel caso della mancata fornitura dei cristallini che abbiamo denunciato nei mesi scorsi. Per quanto riguarda le piante organiche tutto il personale medico e paramedico risulta insufficiente nei Reparti e nei Servizi. Per Massaro mancano i presidi per l’assistenza agli utenti e materiale per l’igiene degli ambienti. Manca – evidenzia ancora il portavoce della Csail -carta igienica asciugamani, disinfettanti, addirittura manca il materiale di cancelleria per le prescrizioni e relazioni mediche sul risultato delle varie attività.

Insieme al ringraziamento a nome dell’intera popolazione valligiana a medici, personale tecnico, infermieri, ecc., rinnoviamo il nostro impegno perché l’ospedale non subisca alcuna penalizzazione e di conseguenza privazione di servizi e prestazioni. Per il suo rilancio c’è bisogno di nuovo personale, innanzitutto specialistico per alcuni reparti tra i quali Pneumologia e non ci convince l’alibi usato dall’assessore Franconi come dai dirigenti dell’Asp che nessun medico vuole venire a Villa d’Agri perché è evidente che occorre pensare a contratti che contengano incentivi e servizi (ricettività ed altro) oltre che a condizioni per accrescere e qualificare ulteriormente le professionalità mediche. Se il presidio ospedaliero viene gestito come ospedale di serie B o C è evidente che i medici che ci sono vanno via e che nessuno vorrà venirci. il risultato è che oltre 70mila cittadini utenti dell’Ospedale, che è il target medio, hanno enormi disagi a recarsi al S.Carlo di Potenza, con disagi ancora maggiori per gli anziani e malati cronici e si dirottano i pazienti in strutture extra-regionali con enorme danno erariale alle casse della Regione (emigrazione sanitaria = 40 milioni di euro l’anno) quindi dei Cittadini che pagano gli errori degli incapaci e incompetenti personaggi che ci amministrano. Una situazione ancora più intollerabile: alla Val d’Agri si sottraggono immense risorse dal petrolio che vengono dirottate in altri territori e persino per l’Ospedale San Carlo mentre agli abitanti valdagrini vene privato anche l’assistenza ospedaliera e i servizi minimi per curare i mali che le estrazioni petrolifere producono.

Filippo Massaro, portavoce Csail

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