“Industria 4.0 – Impresa 4.0 agevolazioni per l’innovazione e lo sviluppo di tecnologie abilitanti” è il nome dell’Avviso Pubblico approvato dalla Regione Basilicata che, con una dotazione finanziaria di oltre 7 milioni di euro, ha come obiettivo quello di incentivare gli investimenti ad alta intensità di conoscenza ed i cicli d’innovazione rapidi basati sulle tecnologie abilitanti (Key Enabling Tecnologies – KETs). Se si parla di Industria 4.0, si pensa da subito ad una neo-rivoluzione trans-contemporanea dove produzione e gestione aziendale si strutturano sulla base della connessione tra sistemi fisici e digitali, sulle analisi complesse attraverso Big Data, oltre che sugli adattamenti real-time. Si pensi anche alle tecnologie abilitanti, o KETs, che spaziano dalla stampa 3D alla robotica, passando per il cloud computing e l’analisi dei dati per ottimizzare la produzione.Il bando segue quanto previsto dal Piano Nazionale Industria 4.0, promosso dal MISE, dal cui testo emergono un insieme di misure organiche e complementari in grado di favorire, in una “logica 4.0”, investimenti per incrementare l’innovazione e la competitività delle imprese. Così, anche la Regione Basilicata, seguendo l’indirizzo delle proposte futuristiche nazionali, pensa se stessa sulla scorta delle agevolazioni per l’innovazione e lo sviluppo di tecnologie abilitanti, un finanziamento di 7.760.000 euro utile alle imprese che decideranno di ottimizzare i processi produttivi, supportare l’automazione industriale e i sistemi di interconnessione, acquisire servizi qualificati per l’innovazione e il trasferimento tecnologico, sviluppare nuove tecnologie di produzione anche con l’utilizzo di materiali avanzati. Detto questo, ora non ci si può esimere dal compito di remettre les pendules à l’heure e sorge spontaneo chiedersi se suddetta industria 4.0 sia effettivamente dispensatrice di benefici per i lavoratori! Dubbi in merito ce ne sono, se si considera che dietro l’introduzione di metodologie e tecnologie innovative di produzione vige non solo un aumento delle produttività, ma anche del controllo. Non piovono a caso le modifiche apportate dal D.Lgs. n. 151/2015 (Jobs Act) all’art. 4, legge n. 300/1970,inerente proprio al controllo dei dipendenti. In questo senso, la “neo strumentazione 4.0” vanno a configurarsi, nell’attuale sistema di organizzazione del lavoro, la “normalità” vigente finalizzata all’ottimizzazione della prestazione lavorativa; non si pensa, però, come la stessa sia, al contempo, un mezzo utile al controllo continuo e capillare del lavoratore. Sarebbe un grande passo in avanti se si decidesse di stanziare pari risorse economiche per garantire, piuttosto, condizioni di salute e sicurezza dignitose. di Michela Castelluccio