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IT il clown è tornato, ma è quasi assente nei palinsesti della Basilicata


Sono passati trentuno anni dall’apparizione di Penniwise, lo spaventoso clown creato da Stephen King, molto simile al perturbante pagliaccio di MCDonald’s, dal quale lo scrittore in qualche modo si sarà lasciato attrarre. IT è un romanzo che già dalla sua pubblicazione si è imposto come immagine mondiale dell’Horror e, dopo la miniserie tv del 1990, in queste settimane sta spopolando nei cinema italiani – in modo risicato, invece, in quelli lucani – nella sua prima incarnazione cinematografica diretta dall’argentino Andrés Muschetti. 

Il film, che si concentra solo sull’infanzia dei protagonisti è già un successo internazionale ed è del tutto lecito domandarsi: perché IT resiste splendidamente al passaggio di tre decadi, ritornando ad essere ancora fenomeno pop mondiale? La chiave è nell’idea dell’infanzia come potenza in grado di sconfiggere il male: King lo dice chiaramente “da bambini impariamo a vivere, da adulti a morire”, perché da bambini, paradossalmente, si è più forti. Pertanto, il film è il racconto ben riuscito di un viaggio all’interno dell’animo umano, dove non c’è protezione o possibilità di fuga, ma ci sei solo tu in un oceano nero, sorprendente.

Attenzione particolare, dunque, riservata al modo in cui i bimbi sentono e vedono il mondo, i loro desideri, la loro goffaggine, ma anche la loro nobiltà d’animo, la magia che li circonda e le loro paure. Già, le paure… perché oltre al libro e al film c’è il tentativo di Stephen King di esplorare il nostro vero e unico nemico: la PAURA, solfeggiata al ritmo di un vero e proprio strumento di controllo e sottomissione. Allora, Derry, la cittadina fittizia dove è ambientata la storia – dice il regista – non è altro che la cultura del terrore in cui viviamo. Così, quando le paure prendono il sopravvento, ecco che i mostri diventano reali: bullismo, omofobia, razzismo, infelicità, tradimenti, suicidi: I nostri maledetti IT. Se c’è un regalo che può lasciare questa storia è di imparare ad affrontare la paura per non farci rubare i sogni… e se nel film non lo avete trovato – o semplicemente non avete trovato il film – cercate tra le pagine del romanzo e avrete piena soddisfazione.

– Michela Castelluccio

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