Si, è proprio così, i 4 serbatoi di stoccaggio di petrolio del COVA ENI di Viggiano, che contengono 20 milioni di litri di petrolio ciascuno, hanno un solo fondo di lamiera dello spessore di 9 millimetri e non sono dotati di bacino di contenimento.
Il terreno sottostante i serbatoi è costituito da sabbia e pietrisco ricoperti da uno strato di bitume di 8 cm., strato che è inadeguato poiché il petrolio, che contiene benzene, è un solvente per il bitume e quindi lo scioglie. Niente fondazioni, niente cemento armato, niente strato impermeabilizzante resistente al petrolio ed a tenuta stagna, come prevedono le norme. Insomma una situazione di pericolo per l’ambiente e per la nostra preziosa acqua che il presidente Pittella o non comprende, o non vuole comprendere facendo proseguire l’attività del COVA. Qui la mia lettera aperta al Presidente della Regione Basilicata.
E’ solo un palliativo l’ordinanza di utilizzo del solo serbatoio di stoccaggio su quattro, quello dotato di doppio fondo, infatti finchè tutti e 4 i serbatoi non saranno dotati di efficiente bacino di contenimento tramite efficace impermeabilizzazione del sottosuolo , di doppio fondo nuovo ed ispezionabile , il pericolo di successivi sversamenti di petrolio rimane un evento possibile e probabile. Purtroppo si chiudono le porte dopo che i buoi sono scappati, e non si chiudono nemmeno con un idonea serratura e, nonostante le finte prese di posizione contro ENI, la farsa del presidente risulta semplicemente vergognosa e ridicola. E intanto si continua ad aspirare petrolio misto ad acqua in zona industriale di Viggiano.
Ing. Antonio Alberti
La nostra intervista all’ Ing. Alberti