E’ stato inaugurato ieri, sabato 29 aprile, il sesto spazio espositivo del MAM (Musei Aiello Moliterno). E’ ubicato al secondo e terzo piano del Palazzo Aiello 1825, un gioiello architettonico nel cuore antico della cittadina, affacciato sulla via principale. Un intero palazzo è dedicato alla Ceramica vietrese del Novecento e segnatamente al cosiddetto periodo tedesco che va dal 1920 al 1950. Sono presenti le più prestigiose fornaci e i maggiori artisti-artigiani. L’ultimo piano, dominato da uno splendido forno a 2 bocche, ospita invece esemplari di ceramica italiana ed europea. Qualche curiosità? L’asinello vietrese è rappresentato in almeno 20 varianti; il piatto più poetico? Quello con il fondo nero attribuito alla Kovaliska; il piatto più prezioso? Forse quello di Gambone; l’angolo delle maschere accoglie esemplari in ceramica di particolare suggestione, soprattutto due dell’artista D’Arienzo; il plastico più bello? San Giorgio che uccide il drago di Matteo Di Lieto; di particolare effetto materico il pannello ceramico del battesimo di Cristo dei Fratelli Procida. L’esposizione della Ceramica vietrese è un susseguirsi di sorprese e un continuum di poesia semplice ma intensa, alternata alla bellezza dei mobili d’epoca dell’arredo. Si parte dalla più antica, la ceramica Avallone, per risalire man mano negli anni con la ICS (Industrie Ceramiche Salernitane), la MACS (Manifatture Artistiche Ceramica Salernitana di Max Melamerson), la PINTO, la CAS (Ceramiche Artistiche Salernitane) e continuando fino ad alcune rarità assolute come la Ceramica Trefelci e la Ceramica Marcina. Le altre ceramiche non vietresi, ospitate all’ultimo piano, offrono non poche sorprese: le ceramiche di design degli anni 50-60; le leggiadre ceramiche danesi, i pezzi esclusivi di Giò Ponti.