In Basilicata sono “in aumento casi e incidenza per centomila abitanti”; la pressione ospedaliera tuttavia “rimane al di sotto del livello di guardia”. E’ questo, in sintesi, il quadro sull’emergenza coronavirus tracciato dal coordinatore della task force regionale, Michele Labianca.
E nelle prossime ore, anche in attesa delle decisioni del Governo, l’aggiornamento sull’indice Rt (sceso la settimana scorsa da 1,51 a 1,16) potrebbe far luce su un eventuale cambio di fascia per la regione che dallo scorso 1 marzo è in zona rossa.
Il quotidiano bollettino di aggiornamento diffuso dalla stessa task force ha detto che ieri sono stati analizzati 1.492 tamponi molecolari: 118 sono risultati positivi al coronavirus e di questi 114 appartengono a residenti in regione. Nelle ultime 24 ore non è stato registrato alcun decesso, con il totale delle vittime lucane fermo quindi a 368. Sono 121 (sette meno di ieri) le persone ricoverate negli ospedali lucani, delle quali 16 (due più di ieri) in terapia intensiva, sei al San Carlo di Potenza e dieci al Madonna delle Grazie di Matera. Con 70 guarigioni registrate ieri e altre sette che non erano state ancora conteggiate, il numero dei lucani attualmente positivi è di 3.618 (3.497 in isolamento domiciliare). In totale i guariti lucani sono 12.482.
La questione campagna vaccinale (oggi andata avanti per i detenuti del carcere di Potenza), ovviamente, resta al centro del dibattito politico, con l’Anci che ha chiesto al presidente della Regione, Vito Bardi, di dedicare una “particolare attenzione ai cittadini con patologie gravi o croniche, immunodepressi e più in generale alle persone con particolari fragilità”.
Ieri sera, in Consiglio regionale, l’assessore lucano alla Salute, Rocco Leone, aveva ribadito che “il dipartimento Politiche della persona ha pianificato in maniera puntuale la campagna vaccinale, ma in alcuni momenti abbiamo ricevuto una fornitura di dosi del 30 per cento inferiore rispetto a quella programmata. Il problema dell’approvvigionamento interessa non solo la Basilicata, ma tutta l’Europa, e – ha sottolineato Leone – ci costringe a ‘plasmare’ la campagna vaccinale settimana per settimana e mese per mese”.
FONTE ANSA