Curiosità dal Mondo e attualità

Il Rapporto Italiani nel Mondo 2018 della Fondazione Migrantes

“Sono 1083 (493 donne e 590 uomini) le partenze dei Lucani durante il 2017 pari all’0,8% del totale di italiani che l’anno scorso hanno lasciato la propria terra di origine su un totale di 128.193 di italiani che hanno lasciato il nostro Paese. In testa – rileva Scaglione, Coordinatore del Centro Lucani nel Mondo che analizza il fenomeno da tempo – numericamente con il maggior numero di iscritti all’Aire, è il Comune di Marsico Nuovo, percentualmente con punte superiore al 100% i Comuni di San Fele e Pescopagano. I Lucani sono andati soprattutto in Argentina, Germani e Svizzera, oggi vanno verso Germani e Regno Unito, un po’ meno in USA e Australia in relazione alle loro politiche di contenimento dei flussi. Infine, i Lucani iscritti all’Aire sono 128.263 pari al 22,6% del totale italiano.

In fondo – aggiunge – una regressione rispetto ai numeri degli anni precedenti a cui vanno però sommati i giovani che lasciano”temporaneamente” la Basilicata per motivi di studi, ma che nel contempo fanno registrare sue nuove categorie in evoluzione numerica assoluta e percentuale: quello delle mamme di cervelli in fuga ma soprattutto di genitori-nonni che inseguono i loro figlio e le, loro nuove famiglie.

Il Rapporto Italiani nel Mondo 2018 della Fondazione Migrantes per la prima volta registra un fenomeno nuovo nei processi di emigrazione: a partire dall’Italia sono sicuramente i giovani (37,4%) e i giovani adulti (25,0%), ma le crescite più sostanziose si notano dai cinquant’anni in su. Un trend per il quale a Palazzo Italia Bucarest come Associazione Lucani nei Balcani  prestiamo grande attenzione. A sottolinearlo è il presidente di Palazzo Italia Giovanni Baldantoni riferendo che anche i flussi migratori dai comuni lucani e del Sud sono caratterizzati da over 50enni che hanno perso il posto di lavoro a casa proprio e vengono all’estero per trovare una nuova occupazione con incrementi tra il 35 e il 45% nel giro di un paio di anni: +20,7% nella classe di età 50-64 anni; +35,3% nella classe 65-74 anni.

In questo stato di cose si inseriscono gli anziani per risolvere o tamponare la precarietà: la famiglia, cioè, si amplia fino a comprendere i nonni, scrivono i ricercatori Migrantes. Con il passare del tempo e l’evoluzione della mobilità italiana stanno emergendo “nuove strategie di sopravvivenza tra i genitori-nonni che sono inizialmente il trascorrere periodi sempre più lunghi all’estero con figli e nipoti già in mobilità”, fino al completo trasferimento di tutto o di buone parti dell’anno solare (si tratta del “migrante genitore-nonno ricongiunto”).
Come leggere questi dati? Sicuramente ci si trova di fronte alle necessità di provvedere alla precarietà lavorativa di italiani dai 50 in su rimasti disoccupati e soprattutto privi di prospettive in patria (definiti nel Rapporto Italiani nel Mondo “migranti maturi disoccupati”). Si tratta di persone lontane dalla pensione o che hanno bisogno di lavorare per arrivarvi e che, comunque, hanno contemporaneamente la necessità di mantenere la famiglia. In quest’ultima, infatti, spesso si annida la precarietà a più livelli: la disoccupazione, cioè, può coinvolgere anche i figli, ad esempio, già pronti per il mondo del lavoro o ancora studenti universitari. In questo stato di cose si inseriscono gli anziani per risolvere o tamponare la precarietà: la famiglia, cioè, si amplia fino a comprendere i nonni.

Secondo Baldantoni diventa necessario adeguare le iniziative e le azioni riferite ai nuovi migranti italiani all’estero per soddisfare ogni esigenza. Noi offriamo consulenza, assistenza, servizi per favorire la formazione di piccoli imprenditori ed operatori economici che non devono per forza permanere tutto l’anno e in maniera continuata nei Paesi dei Balcani ma possono svolgere attività come pendolari fermandosi solo in periodi dell’anno. Questi nostri emigrati sono ancora più preziosi per l’economia locale in quanto possono favorire la vendita di prodotti italiani, specie dell’agroalimentare, all’estero o formare società miste che utilizzando i fondi dell’Ue hanno capacità di mercato e quindi di reddito.

Di queste cose, per la prima volta, nel parlerà in Basilicata anche il Consiglio Generale degli Italiani all’Estero che accogliendo l’invito del Centro Lucani nel Mondo e Regione Basilicata Fondazione Matera-Basilicata 2019 terrà la sua giornata conclusiva dell’assemblea plenaria a Matera i prossimi 18 e 19 Novembre.

Articoli correlati