Un grido di allarme per non far scomparire le attività del commercio ambulante viene dal Gruppo C.A.M. (Commercianti Ambulanti Moliterno).
Nell’appello si evidenzia la grave situazione che i commercianti ambulanti stanno attraversando in questo periodo di emergenza sanitaria.
L’appello: “Non lavoriamo già da un mese. Abbiamo preso impegni con i nostri fornitori fino ad ora non abbiamo incassato niente, stiamo usando i nostri risparmi per vivere, non sappiamo ancora per quanto tempo ancora durerà questo periodo. Intanto, la Tosap e la Cosap (tasse occupazione suoli pubblici) dobbiamo pagarle perché il Governo non ha emanato nessun rinvio per l’ anno 2020, mentre irpef, iva, Inail, Inps, sono solo rinviati a maggio prossimi. I sindaci e le Prefetture come la penseranno per riavviare fiere e mercati, dato che è difficile rispettare le misure emanate dal governo? Com’è possibile pagare tutto se non incassi niente? E poi se passerà molto tempo ancora le persone si ricorderanno di noi? Vogliamo delle risposte ,vogliamo delle certezze, vogliamo continuare a vivere come abbiamo sempre fatto, vogliamo dare un futuro ai nostri figli. Governo nazionale , regionale , prefettura e sindaci, aiutateci questo è un grido di allarme per non farci scomparire”.
A sostegno del C.A.M. e in generale degli esercenti dell’ambulantato interviene Fiva-Confcommercio. Una posizione netta assunta a livello nazionale e condivisa a livello locale: ”il decreto cura-italia è per noi ambulanti del tutto insufficiente”.
Le principali richieste: “Servono al più presto ulteriori misure di sostegno: dalla sospensione dei canoni concessori per l’occupazione di suolo pubblico (come fatto per le associazioni sportive) a una norma per il rinnovo delle concessioni che scadono il prossimo 31 dicembre. Capiamo le difficoltà del Governo, ma sinceramente avevamo sperato in qualcosa di più incisivo e specifico per una categoria che ormai dal 23 febbraio ha visto chiudere fiere e mercati. Siamo d’accordo con la scelta di puntare sulla tutela della salute, ma gli ambulanti rischiano di non farcela a risollevarsi. Abbiamo necessità della liquidità che ci viene a mancare dall’attività, di norme per rilanciarci, di credito per sopravvivere”.
Fiva-Confcommercio inoltre sostiene: “le misure previste dal decreto per il lavoro sono notevoli, ma non riguardano la maggioranza delle nostre imprese, quasi tutte a conduzione familiare: il ricorso agli ammortizzatori sarà praticamente irrilevante per gli ambulanti. Le nostre sono quasi tutte piccole, con al massimo 2-3 collaboratori che spesso sono familiari privi di qualsiasi forma di assistenza. Non abbiamo cassa integrazione, malattia, ferie… Viviamo esclusivamente del frutto del nostro guadagno che in questo momento è venuto completamente a mancare”.