Dopo anni di osservazione della questione petrolio-ambiente, in particolare petrolio-acqua il bilancio di oggi è inquietante. La visione di sviluppo per una Lucania petrolifera, percepita nei primi anni, si è vanificata una volta compreso quali rischi comportavano e comportano le estrazioni petrolifere per l’intero territorio, infatti dal 1998 è stato inquinato quasi tutto ciò che si poteva inquinare, per mancanza di professionalità o per strafottenza, poco importa, il risultato è questo ed è profondamente desolante.
Da allora abbiamo registrato vari incidenti, come lo sbandamento di autocisterne con relativa fuoriuscita di petrolio, che ha inquinato i terreni, inquinamento petrolifero di specchi d’acqua e delle falde acquifere in genere, il più pesante è stato l’inquinamento della sorgente Acqua dell’Abete a Calvello nel 2008, a cosa sarà servita la relativa denuncia presso l’Unione Europea dopo il sequestro di suddetta sorgente da parte dei Carabinieri ? A nulla, perchè il danno è irreversibile e persiste ancora oggi !
L’aspetto più inquietante della vicenda è la mancanza di difesa del territorio da parte dei lucani, nonostante ci siano associazioni ambientaliste che difendono il territorio, il numero degli attivisti è esiguo in fronte al fabbisogno di difesa dell’ambiente.
Se non si difende il territorio per timore dello strapotere della politica o per pura vigliaccheria, è cosa del resto umanamente comprensibile, perchè l’uomo perfetto deve ancora nascere!!
Una volta chiarito l’aspetto umano della non disponibilità a difendere il proprio territorio e il proprio paese per non doversi troppo esporre, dobbiamo sottolineare uno dei pochi aspetti positivi di tutta questa desolante vicenda, che vi sono pochi professionisti, che grazie al loro know-how bene hanno compreso la gravità di inquinamento della Lucania.
Anni fa un tenente di polizia, anche con l’aiuto di una nota professoressa universitaria di geologia, nel suo tempo libero fece analizzare le acque dell’invaso del Pertusillo, grazie alle analisi appurato che l’acqua era ed è inquinata, pubblicò i dati di inquinamento, questo gli valse la denuncia dell’allora assessore all’ambiente per rivelazione di atti d’ufficio, come conseguenza gli venne tolta la divisa e fu relegato in una biblioteca comunale, tutto questo ovviamente per tutelare gli interessi della lobby petrolifera. Quest’anno invece un sindaco, che si è opposto alle trivelle dell’ultima società petrolifera arrivata sul territorio, che vorrebbe trivellare in mezzo ad una moltitudine di sorgenti, si è visto piombare una denuncia per questioni futili, da un avvocato, sicuramente collaborazionista della lobby petrolifera.
Questa è una vicenda dove hanno perso e stanno perdendo tutti, le compagnie petrolifere, che ci perdono in immagine, le popolazioni locali, che non possono più utilizzare le loro acque ne per uso civile e ne per irrigare i campi. Addirittura un ben noto ministro ha avuto la faccia tosta di attenzionare ben tre associazioni ambientaliste lucane, che difendevano il territorio, il tutto ovviamente per tutelare gli interessi della lobby petrolifera.
La situazione oggi è questa, anche se grazie ai movimenti indipendentisti napolitani vi è un lontanissimo spiraglio di luce in fondo al tunnel alla fine vinceranno loro, come fu per le sorti del Regno delle Due Sicilie, dove ci sono soggetti da corrompere con quattro soldi, c’è gente che venderebbe l’anima e la patria pur di far lievitare leggermente il proprio conto in banca!!
Enrico Langone
Nazione Napolitana Indipendente