Questo Primo Maggio in Basilicata insieme al tema “La cultura come lavoro” scelto da Cgil, Cisl, Uil per rafforzare Matera2019 ha un altro tema centrale: coniugare vita e lavoro, attività produttive ed estrazione petrolifera. In attesa di informazioni dettagliate e certe sullo sversamento di greggio, su cosa non ha funzionato nei serbatoi del Centro Cova di Viggiano, ed in attesa del pronunciamento del Consiglio di Stato dopo la sentenza del Tar avversa alla Regione, i tempi necessari ad ogni iniziativa sia di immediata salvaguardia ambientale che di tutela dei diritti della Regione e quindi dei cittadini non possono diventare il pretesto per giustificare ritardi che gravano sulla salute dei cittadini o per sorvolare sui giusti percorsi di vigilanza specie ad opera degli organismi dello Stato e della Pubblica Amministrazione che hanno responsabilità di controllo. L’allarme lanciato dalla stampa quasi tutti i giorni sul rischio che la contaminazione nonostante gli interventi dell’Eni si possa allargare è troppo forte e va preso sul serio.
Per Italia dei Valori la vicenda Centro Oli Eni di Viggiano proprio come quella dell’ Ilva di Taranto sono due facce della stessa medaglia: al primo posto c’è la tutela della salute, dell’ambiente e delle attività agricole e produttive dei territori e delle comunità locali che vi risiedono perché esse non hanno prezzo. Se l’acciaio tarantino come il petrolio lucano continuano a rimanere strategici per gli interessi economici del Paese, il Governo faccia una operazione verità anche sulle cifre che realmente occorrono per il risanamento e la riconversione degli impianti tarantini e per i danni provocati alle aziende agricole e alle pmi della Val d’Agri. E’ intollerabile che Taranto e la Val d’Agri siano in cima alle preoccupazioni della politica quando si tratta di calcolare quanto strategica siano l’area industriale pugliese e il distretto petrolifero Eni rispetto al Pil nazionale, ma i suoi abitanti scompaiano quando invece si tratta di affrontare e sanare situazioni di disastro ambientale e sanitario. Ciò perché esistono materie strategiche, come salute, ambiente, acqua, petrolio che vanno affrontate anche al di fuori di ogni possibile mediazione, che la politica usa come normale e legittimo “strumento”, nell’affrontare i diversi problemi. E come andiamo ripetendo da tempo la questione merita attenzione nazionale. L’incontro per l’applicazione dell’accordo quadro per i monitoraggi in Val D’Agri, siglato dalla Direzione generale la sicurezza anche ambientale delle attività minerarie ed energetiche, dalla Regione, Eni ed altri è un incoraggiamento a recuperare in questo senso il tempo perduto specie nella cooperazione tra organismi scientifici.
Dunque questo Primo Maggio diventi l’occasione per un’ulteriore riflessione su cosa fare per conciliare il petrolio con la salute e l’ambiente senza pregiudizi, visioni manichee, speculazioni e atteggiamenti opportunistici. Con una priorità: bisogna vigilare affinché questi territori conoscano davvero Verità e Giustizia.