Politica

Giorno della memoria, il messaggio di Bardi ai giovani lucani


“Il giorno della memoria ci offre ogni anno l’occasione di riflettere sui tragici eventi della storia del ‘900 ed in particolare sullo sterminio degli ebrei vittime del genocidio nazista. Ciò è importante soprattutto per i giovani, che devono fare tesoro dei principi costituzionali di libertà, democrazia e rispetto delle idee di tutti, così faticosamente riaffermati in questi anni di fronte al riemergere di guerre e conflitti in tante parti del mondo, per evitare che le immani tragedie del passato possano ripetersi”. È il messaggio che il presidente della Regione Basilicata Vito Bardi, rivolge ai giovani lucani in occasione della “Giornata internazionale di commemorazione delle vittime dell’Olocausto”.

“La Costituzione repubblicana, scrigno di valori e riferimento imprescindibile per le generazioni future, è il migliore antidoto ad ogni forma di violenza. Ed è, allo stesso tempo – prosegue Bardi – un insieme di valori che vanno coltivati e nutriti quotidianamente con il rispetto reciproco, l’interesse per lo studio e l’approfondimento, il confronto fra culture diverse, il rifiuto della violenza, dell’intolleranza, di ogni forma di razzismo. La democrazia, per quanto imperfetta, è la migliore forma di governo e va arricchita quotidianamente con la partecipazione dei giovani. E la memoria è un dovere morale di tutti noi: coltivarla è il modo migliore per evitare gli errori del passato e dare ai giovani le chiavi del loro futuro”.

 

Il “Giorno della Memoria” è, nella frenesia della quotidianità, dove siamo inondati da notizie più o meno interessanti, un momento di riflessione e di silenzio. Ci induce a volgere lo sguardo indietro, a stare con i piedi ben piantati nel presente e ad impegnarci a costruire il futuro sempre sul rispetto per il prossimo e per le Istituzioni democratiche.

La liberazione del campo di sterminio di Auschwitz, il 27 gennaio del 1945, ha rappresentato un momento tanto tragico, per aver fatto conoscere la cattiveria del genere umano, quanto foriero di speranza con degli imperativi categorici: “Mai più odio, mai più violenza, mai più morte in nome delle ideologie”. La Storia, se studiata e conosciuta, serve proprio a questo. Ad evitare che continuino a consumarsi tragedie inaudite, come quelle della Seconda guerra mondiale e dopo il 1945. Uno storico molto attento, Robert Conquest, definì il Novecento “il Secolo delle idee assassine”.

In questa giornata non posso non rivolgere un pensiero a chi, in Basilicata, quasi ottanta anni fa, si prodigò per cercare di salvare, nella tempesta di violenza e sangue, la vita di alcuni cittadini di origine ebraica. Alcuni riuscirono a scampare alle deportazioni, dopo essere stati internati in Lucania, altri, purtroppo, no. Importante fu l’impegno di Monsignor Bertazzoni, che, all’epoca vescovo di Potenza, non fece mai mancare aiuti e sostegno spirituale. Un esempio della generosità lucana e di una regione che per secoli fu luogo di confronto tra religioni e crocevia di civiltà. Il mio pensiero a tal riguardo va anche alla mia città, Venosa, dove le Catacombe ebraiche sono un esempio chiaro della pacifica convivenza che già duemila anni fa contraddistinse la terra lucana.

Gianni Leggieri

Consigliere regionale della Basilicata

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