“Abbiamo il dovere di ricordare, di interrogare le nostre coscienze e soprattutto quelle dei giovani. Di fronte alla tragedia delle Foibe e dell’esodo delle comunità istriane e giuliano dalmate, che furono strappate alla loro terra nel terribile epilogo della seconda guerra mondiale e nel periodo immediatamente successivo, non possiamo rimanere indifferenti. E bene ha fatto il Parlamento ad istituire il ‘Giorno del Ricordo’, che ci obbliga ogni anno a fare i conti con la storia, a riflettere sul passato perché simili tragedie non si ripetano più. Lo dobbiamo innanzitutto a quanti furono vittime di un dramma per troppo tempo oscurato e dimenticato, ai loro familiari e discendenti, alle associazioni degli esuli che per tanto tempo si sono battute per riportare alla luce la memoria di quegli eventi. La ricostruzione della verità storica è essenziale per poter affermare pienamente i valori costituzionali di pace e libertà che sono alla base dell’Europa di oggi. Valori che vivono nelle coscienze e nel modo di pensare di tanti giovani uniti dal ripudio della violenza, proprio mentre ormai da un anno la guerra è tornata purtroppo alle porte del nostro continente con l’invasione russa dell’Ucraina e la strenua resistenza di quel popolo costretto a indicibili sofferenze. Il ricordo dei tragici eventi della storia di ieri e di oggi, ognuno con la sua unicità ma tutti ugualmente connotati dalla violenza e dalla sopraffazione, deve diventare un monito per il presente e per il futuro. Se sapremo farne tesoro, se sapremo ascoltare le lezioni della storia con responsabilità, allora sarà veramente possibile tornare a pensare al futuro delle nuove generazioni, alle quali abbiamo il dovere di consegnare un mondo migliore”. È il messaggio del presidente della Regione Basilicata, Vito Bardi, in occasione del “Giorno del Ricordo”, istituito dal Parlamento con la legge n. 92/2004 per conservare e rinnovare la memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe, dell’esodo dalle loro terre degli istriani, fiumani e dalmati nel secondo dopoguerra e della più complessa vicenda del confine orientale.
Sulla giornate delle foibe è intervenuta anche Margherita Perretti, Presidente Commissione Regionale Pari Opportunità.
Il 10 febbraio, dal 2005, è la giornata dedicata al ricordo della tragedia delle foibe, dell’esodo di migliaia di italiani dall’Istria, Dalmazia e Venezia-Giulia, degli eccidi da parte dei partigiani jugoslavi. Il filo della storia collega senza soluzione di continuità il 27 gennaio, la giornata della memoria, al 10 febbraio, la giornata del ricordo, perché dominate entrambe dalla necessità di non dimenticare affinché non si ripetano mai più pagine così buie. Nonostante le grandi differenze tra un genocidio programmato di 6 milioni di persone e l’eccidio tra i 5mila e i 10mila italiani, si è trattato in entrambi i casi di episodi gravissimi di massacro razziale, di un eccidio perpetrato ai danni di una particolare etnia. Entrambi episodi da condannare.
Conoscere la storia ci rende più consapevoli delle nostre azioni e scelte, ci aiuta a non ripetere gli errori del passato, a diventare cittadini migliori. Ci offre degli strumenti di interpretazione della nostra epoca, destinata a diventare storia a sua volta. La storia si ripete ciclicamente e le contingenze politiche ripropongono odio razziale, discriminazioni, mancanza di rispetto dei diritti umani, della libertà e dignità della persona. Le donne sono state, sempre, doppiamente vittime, in questi momenti storici, oggetto di stupri e violenze, ma sempre forti e resilienti, hanno saputo conservare la propria dignità. Giornate come questa servono anche a dare una lettura più corretta ai fenomeni migratori, di accoglienza di profughi e rifugiati, a generare atteggiamenti più inclusivi verso gli altri, a valorizzare le diversità .