Società e Cultura

Geologia e Geoturismo: Basilicata laboratorio naturale

La regione Basilicata per la sua storia geologica, tettonica e per la sue caratteristiche geomorfologiche e ambientali rappresenta un vero e proprio laboratorio naturale dove è possibile associare all’interesse prettamente scientifico e divulgativo quello legato alle caratteristiche paesaggistiche e ambientali e promuovere il geoturismo. Il Monte Vulture, ad esempio, con i Laghi di Monticchio, rappresenta un patrimonio naturale di inestimabile valore che custodisce risorse e biodiversità elevatissime in un limitato territorio, un patrimonio che va difeso con una gestione efficace, organica e lungimirante. Sono questi i temi affrontati con la manifestazione “Geologia, Acqua e Ambiente: a spasso nel Parco del Vulture” che si è svolta presso Palazzo Giustino Fortunato di Rionero in Vulture, organizzata dall’Ordine dei Geologi di Basilicata e dall’Università degli studi della Basilicata, che hanno aderito alla sesta edizione della Settimana del Pianeta Terra “L’Italia alla scoperta delle Geoscienze – Una società più informata è una società più coinvolta”, con il Patrocinio del Comune di Rionero in Vulture, della Provincia di Potenza, dell’Ordine degli Architetti P.P.T della Provincia di Potenza, dell’Ordine degli Agronomi e Dottori Forestali della Provincia di Potenza e del Museo di Storia Naturale del Vulture

E’ stata l’occasione per “parlare di geologia” con la gente, con le amministrazioni, un vero e proprio momento di confronto tra professionisti e mondo accademico. Si è voluto promuovere un geoturismo culturale che – afferma Gerardo Colangelo, Presidente dell’Ordine dei Geologi di Basilicata – rappresenta un mezzo importante di diffusione e di conoscenza, basato sui valori essenziali che caratterizzano l’ambiente, mettendo in risalto anche quelle risorse naturali che spesso, senza rendercene conto, abbiamo il vantaggio di avere proprio a poca distanza da casa. Il geoturismo viene definito dalla National Geographic Society una forma di turismo che “sostiene o accentua il carattere geografico del luogo visitato, il suo ambiente, il suo patrimonio, la sua estetica, la sua cultura e il benessere degli abitanti”. L’ inserimento del Parco Nazionale del Pollino, ad esempio, nella rete dei Geoparchi Mondiali dell’Unesco (120 in tutto il mondo) rappresenta un ottimo esempio di best practice finalizzato alla valorizzazione geologico-ambientale del nostro territorio.

E’ necessario che l’attuazione della L.R. 32 del 2015 dia forza al patrimonio geologico della Regione Basilicata mettendo in campo tutte le azioni tese alla conoscenza, all’individuazione, alla catalogazione e catasto dei geositi presenti sul territorio – continua Colangelo – come sarebbe auspicabile, la ripresa del Progetto CARG, finalizzato all’ottenimento di una Carta Geologica moderna e di maggiore dettaglio e presentarci all’Europa con “Matera 2019” con un portale aggiornato da schede di approfondimento, da percorsi tematici mettendo “La città dei Sassi” e l’intero territorio al centro del patrimonio geologico-culturale della nostra Regione. L’attività divulgativa messa in campo dall’Ordine dei Geologi di Basilicata evidenzia ancora una volta il ruolo essenziale che ricopre il professionista geologo che, leggendo la storia evolutiva del territorio pone le basi alle conoscenze propedeutiche a qualsiasi forma di pianificazione e governance del territorio. Occorre insistere sulla diffusione della cultura geologica intesa come un elemento necessario per la salvaguardia del territorio e dell’ambiente – continua Colangelo, sulla divulgazione scientifica, per una maggiore consapevolezza dei rischi e delle pericolosità geologiche e sull’informazione inerente i corretti comportamenti che una popolazione consapevole deve adottare al fine di aumentare giorno dopo giorno il grado di resilienza di ogni cittadino.

I temi affrontati nella giornata di Rionero hanno riguardato gli aspetti fondamentali relativi alla geologia ed idrogeologia, al chimismo delle acque minerali naturali, alla flora e alla fauna dell’area del Monte Vulture.

L’introduzione alla giornata di studio è stata curata dal vice-Sindaco del Comune di Rionero Maria Pinto, dall’Assessore al Dipartimento Ambiente Regione Basilicata Dott. Francesco Pietrantuono, dal Consigliere dell’Ordine degli Agronomi e Dottori Forestali Dott. Esposito Benedetto e dal Presidente della Comunità del Parco Regionale del Vulture Dott. Donato Sperduto.

I Relatori dell’Unibas hanno evidenziato le peculiarità geologiche, naturalistiche ed ambientali del  Vulture, istituito “Parco Naturale Regionale del Vulture” nel 2017.

In particolare, il Dott. Paolo Giannandrea, del Dipartimento di Scienze dell’Università Degli Studi della Basilicata, ha trattato argomenti relativi all’articolata geologia dell’area vulcanica del Monte Vulture, delle fasi eruttive del vulcano  e delle successioni stratigrafiche, nonché delle ripercussioni sul paesaggio circostante.

La Dott.ssa Filomena Canora, della Scuola di Ingegneria dell’Università Degli Studi della Basilicata, ha relazionato sulle ricerche scientifiche in campo idrogeologico effettuate nell’area del Monte Vulture, dei peculiari caratteri idrogeologici della struttura vulcanica, della circolazione idrica sotterranea, delle aree di recapito del deflusso idrico e della vulnerabilità del sistema acquifero vulcanico.

Il Dott. Michele Paternoster, del Dipartimento di Scienze dell’Università Degli Studi della Basilicata, ha esposto i risultati degli studi e delle indagini geochimiche effettuate sulle acque minerali dell’area del Monte Vulture, della definizione della genesi delle acque, dei caratteri chimici ed isotopici con l’identificazione delle diverse idrofacies e della qualità delle acque minerali. Il Dott. Renato Spicciarelli, Direttore del Museo di Storia Naturale del Vulture ha affrontato i temi della flora e della fauna presente nel Parco Naturale del Vulture con un focus sulla famosa specie protetta della Bramea (Acanthobrahmaea europaea).

Il Dott. Donatello Mininni ha chiuso le relazioni illustrando gli aspetti distintivi forestali e vegetazionali del Monte Vulture in relazione anche alle singolarità degli habitat presenti.

Al termine degli interventi è stato organizzato un interessante percorso tematico, Laghi di Monticchio, Museo di Storia Naturale del Vulture, escursione geologica, per raccontare la storia geologica e naturalistica dell’area, avente quale filo conduttore la conoscenza delle specificità del complesso vulcanico del Monte Vulture.

Il quadro delle conoscenze esposto nell’ambito dell’evento è stato fortemente innovativo ed interdisciplinare. Durante il convegno è stata evidenziata la necessità e importanza della tutela e salvaguardia del nostro territorio, al fine di valorizzare il suo patrimonio geologico e naturalistico, comunicare le possibilità che la scienza ci offre per tutelare gli ecosistemi, investendo su ambiente, risorse naturali e riduzione dei rischi, nonché diffondere il rispetto per l’ambiente e trasmettere ai giovani l’entusiasmo per la ricerca e il sapere scientifico.

Articoli correlati