In Lombardia come nel resto delle regioni del Nord non ci sono solo lavoratori lucani andati via per lavoro o studio. Ci sono anche 540 (307 della provincia di Potenza e 233 della provincia di Matera) titolari di cariche di società di impresa che, in aggiunta ai titolari di ditte individuali (più numerosi), hanno fatto una scelta di attività imprenditoriale. Partendo da questo dato – che fa parte di un Report della Camera di Commercio di Milano secondo cui gli imprenditori lucani sempre titolari di carica trasferiti in altre regioni italiane sono complessivamente 2.812 – il Gruppo Cestari rilancia l’impegno di supporto agli imprenditori lucani e meridionali (e alle Amministrazioni Locali) grazie alla molteplicità di interessi e di settori nei quali opera: dalla progettazione e realizzazione di grandi opere civili all’import-export di prodotti, dagli studi di fattibilità tecnica ed economica, di valutazione degli impatti ambientali e sociali connessi alla realizzazione delle opere di progettazione e alla implementazione di tecnologie alimentate da fonti alternative di energia.
Milano conferma il primato in Italia per attrattività imprenditoriale extra regionale: il 46% di chi fa impresa, considerando tutte le cariche, arriva da fuori Lombardia (250 mila su 546 mila) contro una media regionale del 32,1% (436 mila su 1,4 milioni) e italiana del 24,5% (oltre 1,8 milioni gli imprenditori che lavorano fuori dalla regione o Stato di origine) .
E’ una conferma – commenta l’ing. Alfredo Cestari, presidente del Gruppo omonimo e della Camera di Commercio ItalAfrica che ha sede proprio a Milano – del forte “appeal” della Lombardia, la prima destinazione extraregionale del Paese, per chi ha intenzione di fare impresa. Ovviamente oltre ai servizi di assistenza-consulenza per i nostri imprenditori offerti e che ci vede promuovere incontri e seminari con imprenditori ed amministratori locali, noi – dice – puntiamo ad agevolare l’utilizzo dei fondi comunitari che, come è stato ribadito la scorsa settimana a Bari e a Matera da parte dei massimi responsabili della Commissione Europea e del Governo italiano, in Basilicata e al Sud sono impiegati molto al di sotto delle reali possibilità. Sarebbe utile che anche gli amministratori della Regione Basilicata, la classe dirigente e politica di questa ragione dedicassero più impegno ai temi della cooperazione internazionale per affrontare con adeguata metodologia e visione l’importante fase di gestione che deriva dalla programmazione comunitaria 2014-2020. Meno chiacchiere, meno iniziative sporadiche e più progetti concreti, più interventi programmati per fare di quello che è stato un vecchio slogan – “regione aperta” – un’autentica strategia di successo soprattutto per le pmi e garantire nuova occupazione. Tra i temi che dovremo affrontare con la ripresa d’autunno, la cooperazione a sostegno dei programmi di Matera 2019 perché l’intero sistema imprenditoriale regionale possa contribuire al successo e possa crescere aprendosi all’internazionalizzazione; l’accelerazione della spesa comunitaria con il PO Basilicata 2014-2020 che deve segnare una svolta rispetto alle precedenti politiche per le pmi; il credito e le azioni di sostegno all’autoimprenditoria specie giovanile e femminile; le vicende della Val d’Agri e al Sauro legate al petrolio e all’uso delle royalties per costruire le opportunità e le condizioni perché il gap tra fare impresa in Lombardia o in Basilicata si restringa sempre di più.
Il bacino interregionale del Sud in cui lavoriamo – sottolinea ancora il presidente del Gruppo Cestari rivolgendosi ai giovani incoraggiandoli ad avere fiducia nel proprio futuro – deve puntare principalmente su agricoltura, turismo, piccole e medie imprese specializzate in prodotti di alta qualità. In tutto questo centrale è il ruolo del Mediterraneo quale baricentro del sistema degli scambi a livello internazionale, soprattutto dopo il “raddoppio” del Canale di Suez. Ed il rilancio della funzione del Mediterraneo a livello di economia mondiale costituisce una straordinaria opportunità per il Mezzogiorno d’Italia, che, se opportunamente attrezzato sul terreno infrastrutturale, può divenire la piattaforma logistica ed operativa di una sorta di porta di comunicazione tra l’Europa e l’Oriente. In particolare la realizzazione del “Corridoio Meridiano” potrebbe servire a creare una vera e propria piattaforma euromediterranea, per una macroarea che integri Sicilia, Calabria, Puglia e Basilicata. Ma se non si investe in infrastrutture fondamentali, quali strade, interporto, aeroporto, piattaforma logistica – afferma Cestari – in una strategia che promuova l’effetto Matera 2019 su tutto il territorio regionale, nel mondo come facciamo noi in Europa, nei Paesi del Centro Africa, in Brasile, e in tutti i suoi aspetti, dal turismo ai servizi e al tessuto di pmi, il rischio è di sprecare le ultime opportunità rappresentate dai finanziamenti che arriveranno in Basilicata in questo sessennio.