A volte Facebook diventa un muro di ricordi, di lacrime e commozione. Succede spesso, ed è successo ancora di più nelle ultime ore per la morte di Angela Ferrara, la donna di Cersosimo uccisa dal compagno che non accettava la fine del loro rapporto. “Tristezza infinita”, scrive Rosa Maria Viola. “Grazie per aver dato ai nostri ragazzi la possibilità di partecipare a momenti importanti della tua vita”, dice Michele Rossi. “Sei e sarai sempre con tutte noi, il nostro angelo, la nostra Angela”, va avanti commossa Elisabetta Bagli.
Il bello dei social, quando sono così puliti, è che danno uno spazio all’elaborazione collettiva del lutto. Molto bello e toccante in questo senso il messaggio dell’amica Manuela Minelli sul proprio profilo facebook che scrive:
Neanche due mesi fa vi salutavo ringraziandovi per la vostra meravigliosa e totale ospitalità. Una famiglia felice, anche se…un marito lavoratore e simpatico, anche se…i tuoi occhi verdissimi, anche se…velati da una certa malinconia. Il piccolo Luciano, così educato, così …ometto.
L’altra settimana mi hai scritto per aiutarti a trovare un lavoro a Roma al più presto. “Me ne devo andare da qui, le cose con Vincenzo non vanno più bene, l’ho lasciato. Ti mando per e-mail il mio ultimo manoscritto, “Incidenti domestici per bambini”. Mi aiuti a trovare un editore? Ci vediamo quando torni”.
E no Angela, no… non ci vediamo quando torno e neppure dopo. Io te l’avevo detto e scritto, mantieni buoni rapporti con lui, ricordati che ha una pistola, digli che è solo un tuo momento “no”, non voglio leggervi sui giornali, tienilo tranquillo. Vincenzo, 41 anni, dieci meno di te Angela, guardia giurata, juventino, simpatico e a suo modo malato “innamoratissimo” di te che scalpiti, che scrivi per non morire in questo micro paese dove non c’è neppure una libreria o una boutique, invece tranquillo non ci sa stare.
Sente di star perdendo la sua bellissima moglie Angela, che tutti in paese e anche in quelli limitrofi adorano e certo gli invidiano, perché assiste gli anziani, organizza eventi culturali, prepara feste per bambini, suona la chitarra, disegna, dipinge, canta con una voce da angelo, cucina cose buonissime ed è bella, bella da togliere il fiato, bella da morire. Appunto. E ce l’avevi pure detto quanto eri innamorato e geloso, che tu sei solo una guardia giurata e lei invece è…troppo… è di più. E poi me la guardano tutti. “E non sei orgoglioso?!? Maddai Vincè….siete una coppia magnifica, avete un bimbo che è uno spettacolo e lei ti vuole bene. Quindi tranquillo!”
E niente.. lui, Vincenzo, tranquillo non ce la fa proprio a stare. Soprattutto adesso che la “sua” Angela è andata a stare dalla mamma e che il paese mormora. Così stamattina, lascia che moglie e suocera accompagnino il piccolo a scuola, poi spara in testa a lei, quindi spara alla suocera che vede del rosso allargarsi sui capelli color miele di castagno dell’unica figlia e lo sguardo acquamarina di lei che le raccomanda di prendersi cura del nipote, e poi si spara, tanto senza di lei che ci sta a fare al mondo.
Storie di ordinaria follia, storie di amori malati, storie che non è la prima nè l’ultima.
Solo che voi eravate miei amici, abbiamo mangiato insieme i peperoni cruschi e fatto passeggiate nei boschi e condiviso il bagno e il caffè della mattina.
E io non ce la faccio a non essere sconvolta. E faró pubblicare il tuo libro Angela, così che non debbano mai più accadere “Incidenti domestici”.