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Epibas: che fine ha fatto la VIS?


Abbiamo appreso dalla conferenza stampa tenuta ieri a Villa d’agri, che verrà effettuato un nuovo studio epidemiologico sulla popolazione delle zone estrattive. Tale lavoro sarà uno studio di sorveglianza sanitaria, ben diverso dalla VIS (Valutazione di Impatto Sanitario) ma, ne conveniamo, comunque da doversi considerare necessario e prioritario, nel rispetto della primaria destinazione d’ uso delle royalties. A distanza di 20 lunghi anni di innumerevoli brutture, e solo dopo lo studio Vis si da, invece, il via a questo studio che, lo ricordiamo, utilizzerà soldi pubblici e dunque dovrebbe mostrare, da subito, trasparenza nella sua rendicontazione.

Le premesse per pretendere credibilità sono, tuttavia, davvero esigue, e, nuovamente, i cittadini e le Associazioni riuniti nell’Osservatorio Popolare per la Val d’agri si chiedono come verranno reclutati gli scienziati che coordineranno tale studio e se, un eventuale reclutamento “politico”, possa essere garanzia di scientificità e trasparenza.

Ci chiediamo ancora:

  • che fine ha fatto il progetto di estendere la VIS (realizzata per i soli comuni di Viggiano e Grumento Nova) ad altri comuni
  • Che fine ha fatto l’ipotesi di coinvolgere nei nuovi studi, gli scienziati già impegnati nella Vis.

A nostra memoria, l’Assessore regionale all’ambiente Francesco Pietrantuono si era pubblicamente impegnato nel corso dell’assemblea di presentazione della Vis a Viggiano del 22 settembre a coinvolgere tali esperti. Lo stesso impegno era stato assunto da Pittella nei giorni successivi.

A nostro giudizio non coinvolgere tale gruppo nel nuovo studio Epibas appare incongruente, tanto più che la VIS è il punto di partenza di ogni studio successivo. E’ doveroso a tale proposito ricordare che recentemente l’Istituto Superiore di Sanità propone di assumere strumenti, metodi e risultati della VIS.

Sarebbe inoltre opportuno valorizzare e mettere a sistema uno studio su cui due Comuni (Viggiano e Grumento Nova) hanno già investito risorse ed esperienza.

Inoltre:

  • Se il nuovo studio confermerà il dato di una sostanziale perdita di salute della popolazione, cosa si farà?
  • E intanto procederanno le nuove 17 istanze petrolifere in regione? E i 5 pozzi sulle sorgenti Molinara e Peschiera a Marsicovetere?

Ci si sarebbe aspettati, invece, che le istituzioni avessero messo in campo, una severa quanto urgente misura di mitigazione e prevenzione del rischio, principi sanciti ma ampiamente bistrattati; rischio al quale da tempo tutti coloro che abitano la Val d’Agri (e non solo) sono pericolosamente esposti.

Ricordiamo, ad esempio, che la stessa VIS nella sua IV fase ha fornito un report ai decisori per la costruzione di misure atte a ridurre e limitare il rischio con l’adozione di precisi atti prescrittivi.

Osservatorio Popolare per la Val d’agri

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