“Apprendiamo con rammarico dagli organi di stampa la decisione del sindaco Claudio Borneo di ritirare la rappresentanza del comune di San Chirico Raparo dall’Ente Parco dell’Appennino Lucano, privando in tal modo la sua comunità della possibilità di portare la propria voce e le proprie istanze nell’unico organo di rappresentanza di tutti i comuni, e privandola anche delle innumerevoli opportunità offerte dalla comunità del Parco”.
E’ quanto si legge in una nota dell’Ufficio Stampa dell’Ente Parco dell’Appennino Lucano.
“Tuttavia – continua la nota- va considerato che il comune di San Chirico Raparo non ha mai goduto di una grande rappresentanza nel Parco, perché il suo sindaco, pur convocato come tutti nell’organo collegiale di cui fa parte, ha ritenuto opportuno non partecipare nella stragrande maggioranza dei casi. La sua presenza presso gli uffici dell’Ente si limitava alla rappresentazione delle innumerevoli richieste di forzare i vincoli di protezione dell’area protetta, quando il comune aveva chiesto di eseguire interventi non permessi a causa della presenza nell’area interessata di un pregiato sito di chirotteri.
Nel merito si tratta della richiesta di interventi in Grotta San Michele sotto l’abbazia Sant’Angelo, per renderla più accessibile alla fruizione turistica. All’interno della grotta c’è una pregiata riserva di circa 2000 esemplari di chirotteri, per cui l’Ente ha esposto le ragioni dei vincoli. A quella richiesta seguì una interlocuzione tra Parco e Comune di San Chirico Raparo, che ha portato anche alla produzione da parte di un esperto di una relazione sulla eseguibilità dei lavori nella grotta, giudicata di grande pregio naturalistico, che riduceva in maniera considerevole la possibilità di realizzare quanto richiesto dal sindaco Borneo. Convocato per cercare una soluzione al problema il sindaco non si è più presentato presso gli uffici dell’Ente, ben sapendo che la concessione dell’autorizzazione da lui richiesta avrebbe rappresentato un illecito penale che avrebbe voluto far commettere ad altri, non essendo disposto ad assumersi la responsabilità della forzatura del vincolo. Evidentemente tutte queste cose il sindaco Borneo dovrà spiegarle ai suoi concittadini, spiegando loro anche per quale motivo il comune di San Chirico Raparo non sarà più rappresentato nell’Ente Parco.
Sarebbe opportuno, infatti, che un sindaco prendesse parte alle attività di una istituzione in cui si decidono le sorti dei propri cittadini, e non si comportasse come nel caso del Piano del Parco a cui si sta lavorando da mesi. Proprio in occasione dei lavori di quest’ultimo, è giusto che i concittadini di Borneo sappiano che il Piano Economico e Sociale, che riguarda tutti i comuni, è stato approvato senza la presenza del sindaco Borneo, anche se in quella circostanza sono state prese decisioni che interessano anche i cittadini che egli rappresenta”.
“Anche il controllo sui progetti citati dal suo comunicato – si legge in conclusione – sarebbe più facile da esercitare direttamente se solo si recasse, in qualità di sindaco, presso gli uffici del Parco, senza la necessità di chiedere lumi a mezzo stampa, atteggiamento di sicuro strumentale e volto solo a tentare lo screditamento dell’Ente. Va detto infine, a tal proposito, che i progetti citati sono stati deliberati in sede di Consiglio Direttivo, in cui è presente una rappresentanza dei comuni la cui compagine è stata eletta anche grazie al voto di Borneo. Se i sindaci dei 29 comuni della Comunità del Parco hanno ritenuto di non scegliere Borneo tra i propri rappresentanti in tale organo direttivo non è certo imputabile all’Ente Parco”.