Descalzi parlava qualche tempo fa di sversamento minimo e superficiale. Dopo tre mesi finalmente si ha una cifra, uscita fuori ieri dall’incontro in Ministero, ed è una cifra non proprio minima: 400 tonnellate di petrolio sversate fuori e dentro il Cova di Viggiano in un’area di 6000 metri quadrati.
E’ stata la stessa Eni a riportare questa cifra, stando a quello che ha riportato la regione Basilicata. Eni ha altresì spiegato che lo sversamento è avvenuto dal serbatoio D e non dal serbatoio A, come la stessa società pensava in un primo momento. Sversamento che si è protratto da agosto a novembre 2016 quando poi la cisterna è stata svuotata. Queste tempistiche lasciano un po’ perplessi con quello che è avvenuto – da febbraio 2017 in poi – con un chiarimento ufficiale che tutti ci attendiamo da Eni.
La domanda che si pongono i cittadini e si pone la Regione: se la perdita è terminata a novembre 2016, come mai il petrolio è finito nel depuratore dell’area industriale di Viggiano solo a febbraio 2017, quindi tre mesi dopo? Il dubbio è lecito e speriamo che la risposta non tardi ad arrivare anche con i nuovi controlli che i tecnici di ISPRA, alle dipendenze del Ministero, e ARPAB effettueranno dopo il 20 maggio.