La giunta regionale riunitasi ieri ha deliberato la sospensione dell’attività di reiniezione dell’Eni nel pozzo Costa Molina 2 in agro di Montemurro.
La decisione si è resa necessaria a seguito della segnalazione effettuata da Arpab in ordine al riscontro della presenza di sostanze pericolose in una delle vasche di stoccaggio delle acque di strato e nella testa del pozzo.
Nella conferenza stampa svolta stamane dai vertici del dipartimento ambiente della Regione Basilicata e dall’Arpab, alla quale hanno partecipato il presidente Marcello Pittella e l’assessore Francesco Pietrantuono, sono state illustrate le ragioni tecniche della decisione.
Cos’è successo a Costa Molina2 e nell’iter di smaltimento dei reflui petroliferi in questi mesi? Dovrà essere l’Eni a chiarirlo, dicono al Dipartimento ambiente. I vertici regionali, infatti, incontreranno i responsabili dell’azienda petrolifera nei prossimi giorni per capire cosa sia successo.
Intanto l’azienda petrolifera dovrà ora decidere come e dove smaltire le acque di processo. Potrebbe anche decidere di sospendere le attività di estrazione al Cova fino a quando non sia risolta la situazione al pozzo di reiniezione di Montemurro. L’Eni entro 20 giorni dovrà comunque assumere una decisione.
Troppi anche i “non credo”, “non so al momento”, “non abbiamo i dati qui”, “dobbiamo verificare”. Molti indizi lasciano immaginare che Eni non abbia affatto osservato le prescrizioni imposte dalla Regione in seguito al sequestro del Pozzo avvenuto circa un anno fa su disposizione della Procura di Potenza.
Il Cane a Sei Zampe perde il pelo ma non il vizio di inquinare. L’unica soluzione possibile è la chiusura definitiva del COVA.
Antonio Alberti
così morite tutti di fame