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Eni, Descalzi: “in Val d’Agri versamento minimo e superficiale”, rispondono l’IDV e M5S


“Non penso che sarà chiusa la produzione in Val d’Agri, stiamo facendo tutto quello che deve essere fatto per risolvere la situazione. È un versamento minimo e superficiale e stiamo facendo tutte le verifiche necessarie per capire cosa sia accaduto nei giorni scorsi’. Con queste parole l’ad dell’Eni Claudio Descalzi ha risposto  ai senatori, durante la sua audizione in Commissione Industria del Senato, rassicurazioni non convincenti per Angelo Rosella, segretario regionale di “Italia dei Valori” della Basilicata, che sottolinea in una sua dichiarazione “una situazione di allarme che di protrae già da troppo tempo, senza che qualcuno ne venga a capo, mentre “rassicurazioni dell’amministratore delegato dell’Eni che suonano come le quelle del lupo a Cappuccetto Rosso – scrive in una nota stampa inviata oggi, giovedì 9 marzo, dal capogruppo del M5s, Gianni Leggieri che aggiunge – solo nel nostro Paese ed in questa strana Regione chiamata Basilicata, i controlli e la verifica sui danni ambientali causati da Eni vengono affidati alla società che quel disastro lo ha determinato. De Scalzi crede di poter continuare a prendere ancora per i fondelli i cittadini lucani solamente perchè può contare sull’appoggio di una classe dirigente politica che continua a non comprendere che è arrivato il momento di dire basta, di chiudere una pagina triste e disastrosa per la storia della Basilicata e puntare decisamente verso il futuro. Basta inquinamento, basta con i pozzi di petrolio che hanno devastato la nostra Terra e soprattutto basta con questa colonizzazione culturale, politica ed economica compiuta dalle multinazionali”.

Non accettiamo più di essere trattati come ingenui da chi è venuto nella nostra Regione a sfruttare il popolo lucano e a devastare il territorio per fare profitto sulle spalle di tutti noi – prosegue Leggieri – le parole di Descalzi non fanno che accrescere indignazione e disprezzo per l’operato dell’ENI e l’ad avrebbe soltanto dovuto fare tutto il possibile per evitare che gli incidenti che ci troviamo a commentare fossero evitati, e soprattutto dovrebbe dare la possibilità ai cittadini lucani attraverso gli organismi preposti  di compiere le verifiche necessarie per capire la reale entità degli incidenti verificatisi ultimamente”.  Inoltre – e volge alla conclusione – chiediamo a Descalzi di sapere se è vero che è stato negato l’accesso al Centro Oli al personale dell’Arpab per effettuare i dovuti controlli e, in caso affermativo, come mai questa decisione.Siamo stufi delle rassicurazioni di circostanza fatte sempre a posteriori, e soprattutto non crediamo a quanto viene raccontato da chi ha già dimostrato in passato di non avere a cuore minimamente la salute pubblica e la tutela del nostro ambiente.

A tutto questo, inoltre, si aggiunge ulteriore indignazione per l’atteggiamento assunto dalla Regione Basilicata che, al di là delle prese di posizione di circostanza, non ha messo in atto nessuna azione concreta nei confronti dell’Eni per la situazione creatasi al “Centro Oli Eni” di Viggiano. La diffida fatta dalla Regione Basilicata, è l’ennesima arma spuntata e utilizzata da chi non vuole in alcun modo mettersi contro i poteri forti e d’altra parte mi chiedo come può essere credibile una regione che pochi giorni fa ha espresso parere favorevole al progetto di Work over dell’area pozzi Monte Enoc di Viggiano”.

Rocco Becce robexdj@gmail.com

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