Petrolio in Val d'Agri e Valle del Sauro

Eni, Ass. Bene Comune Viggiano: “non solo scuse, più informazioni sul progetto biopetrolchimico in val d’agri”


Quando saranno formalizzate le scuse, per ora solo annunciate, da parte dell’ad Eni Descalzi la comunità valligiana saprà valutarle. Per ora poiché lo stesso Descalzi torna a parlare dei programmi futuri dell’Eni e tra questi del progetto di un polo biopetrolchimico che nel mese di aprile scorso disse di voler realizzare in Val d’Agri, insieme alle scuse aspettiamo notizie più complete e concrete.

Lo afferma Vittorio Prinzi, Associazione Bene Comune Viggiano.

Per rinfrescare la memoria, sempre ad aprile scorso, Descalzi ha annunciato: “abbiamo presentato dei progetti su un centro di biopetrochimica per produrre plastiche dall’agricoltura con un ciclo chiuso con i residui agricoli inseriti come biomassa per produzione energia. Un progetto per compensare una attività che non riesce a far esplodere l’occupazione”. E ancora, parole dell’ad Eni “noi siamo sicuramente disposti a investire in Val d’Agri. E’ un posto che dobbiamo curare e sviluppare siamo lì da tanto tempo, è casa nostra. Abbiamo un accordo per produrre 104mila barili, siamo a 80mila barili, completando l’accordo ci saranno 300-400 persone che possono essere assunte più l’indotto. E questo può essere fatto a zero impatto ambientale, utilizzando piattaforme esistenti senza consumare altro terreno”.

Di certo – continua Prinzi – Descalzi raccoglie un’indicazione molto diffusa: far crescere attività produttive intorno al Cova con un distretto industriale vero e proprio. E’ il caso di ricordare che i Distretti industriali, sia pure non tutti in verità, stanno vivendo nel Paese una nuova fase di rilancio e che quelli che hanno l’impatto migliore rispetto agli effetti della crisi sono  ad alta tecnologia, innovazione e con attività della filiera energetica. Dunque una conferma a riprendere l’impegno a favore del Distretto energetico lucano che continua a rappresentare uno dei grandi investimenti che la Regione, già da anni, attraverso l’approvazione del Piano energetico e ambientale, intende realizzare.

L’obiettivo è realizzare in Basilicata una rete di ricerca e trasferimento tecnologico in materia di energia per promuovere lo sviluppo di attività di ricerca, innovazione tecnologica ed alta formazione; stimolare all’insediamento nell’area di imprese che progettano e innovano; consentire di realizzare impianti per la produzione di energia da fonti rinnovabili. Si tratta di dare gambe al percorso individuato di una industrializzazione sostenibile per un territorio che già oggi contribuisce in maniera significativa al fabbisogno energetico nazionale. Il progetto va finalizzato alla messa in rete tutti gli elementi riferiti alla produzione energetica, e quindi non solo derivante dal petrolio e dal gas, ma anche all’eolico, al solare, all’idro-elettrico, all’agroenergia, e con essi a promuovere tra l’altro la ricerca, l’innovazione, la formazione e l’insediamento di imprese specializzate nella produzione di materiali innovativi, impiantistica e componentistica per il miglioramento dell’efficienza energetica.

Senza abbassare la guardia sugli accertamenti e le verifiche ambientali come abbiamo già dichiarato con la ripresa del Cova l’auspicio – dice Prinzi – è che si apra subito un confronto per conoscere i dettagli dei nuovi investimenti Eni, ribadendo che solo attraverso l’autorevolezza e l’autonomia delle Istituzioni, la trasparenza delle scelte e delle informazioni di Eni, si può invertire il clima di sfiducia e preoccupazione diffuso in Val d’Agri.

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