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Non scegliamo completamente le notizie da pubblicare, ma mediante software reperiamo notizie in rete, secondo un algoritmo specifico. Ogni notizia pubblicata appartiene al legittimo proprietario. RIPETIAMO CHE LA GAZZETTA DELLA VAL D’AGRI NON SCRIVE TUTTE LE NOTIZIE  MA LA MAGGIOR PARTE LE REPERISCE IN RETE. Nostri sono, dove modificati i titoli e l’eventuale commento nel sottotitolo, per altro non sempre presente.

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Ognuno è libero di esprimere il proprio pensiero, ma deve saper anche rispettare il prossimo

La parola netiquette deriva da “net” (rete) ed “etiquette” (galateo) e indica l’insieme di regole dettate dal buon senso, dalla buona educazione e dall’intento di essere costruttivi anziché offensivi o distruttivi.
La netiquette comprende regole chiare da adottare in ogni contesto del web, come l’evitare i toni arroganti, il documentarsi e leggere le risposte date da altri prima di entrare in un contesto web, o evitare di essere talmente intolleranti da pretendere che gli altri la pensino esattamente come noi.
Altre regole si possono inferire cercando di immaginare una conversazione “reale”, ovvero chiediamoci come ci comporteremmo se parlassimo vis-à-vis (ovvero non virtualmente) ai nostri interlocutori in rete. E’ ovvio che tutti noi vorremmo interlocutori cortesi e rispettosi; ecco perché tali dobbiamo essere noi stessi.
Sembrano dettagli ovvi, ma il web pullula di individui che vorrebbero creare disturbo anche solo per divertimento, senza curarsi del danno e della perdita di tempo che possono causare. Per fortuna queste persone sono pochissime, ma è sempre meglio mettere le cose in chiaro.

Chi apre un blog lo fa spendendo il suo tempo e si impegna a svolgere un “lavoro” non retribuito. Avere il diritto di scegliere le regole del proprio blog senza subire accuse, imposizioni o interferenze è il minimo e sacrosanto.
La libertà è soprattutto libertà di agire l’uno diversamente dall’altro, nel rispetto della legge e del prossimo.
Alcuni lettori di forum o blog utilizzano Internet come un mezzo per sfogare rabbia e frustrazioni personali, rafforzando lo stereotipo del cyberspazio come spazio “libero”, in cui poter dire ciò che nella vita reale non si può dire. Ciò non corrisponde a maggiore libertà, ma svela una grande frustrazione prodotta dalla cultura di massa che, reprimendo il reale pensiero e la reale sensibilità degli individui, produce rabbia e desiderio di sfogo emotivo.
Internet incoraggia tale sfogo poiché può permettere di parlare senza avere nome e volto; ed è proprio tale anonimato a produrre un senso di licenziosità senza limite.
Su alcuni blog o forum questa licenziosità viene permessa, come se si volesse incoraggiare uno sfogo “innocuo” in quanto privo di pericoli per il sistema. Questa permissività incoraggia l’idea di Internet come un luogo non costruttivo o non del tutto, poiché chiunque potrà essere insultato e deriso, senza alcun rispetto per la persona.
Il rispetto è la base su cui si può fondare un dialogo o un’interazione costruttiva; se il rispetto viene a mancare, viene spazzata via ogni possibilità di dialogo costruttivo.

Per qualsiasi chiarimento, contattaci info@gazzettadellavaldagri.it