Società e Cultura

Dimensionamento scolastico: lettera aperta del Pres. della Provincia di Potenza Giordano

Mega, CGIL: “La Regione Basilicata faccia sentire la propria voce"

Il comma 557 della Legge n. 197/2022 (Legge di Bilancio dello Stato) rischia di produrre effetti devastanti anche sul sistema scolastico della nostra Provincia. Rischiamo di perdere ben 25 istituti scolastici già dal prossimo anno scolastico (2024-2025).

Il dettato normativo citato, oggettivamente ridurrà il personale scolastico, a partire dalle figure di vertice (direttori scolastici e dsga), fino al personale di segreteria e ai collaboratori; ma l’effetto maggiormente  nefasto lo subiranno proprio i nostri ragazzi che usufruiranno di una offerta formativa meno adeguata e meno coerente. Il rischio è che con la riduzione dei servizi si riduca anche la qualità dell’insegnamento.

Si tratta di una norma che ha il mero obiettivo di generare risparmio, senza assicurare alcun miglioramento dell’apprendimento e della socializzazione degli alunni, veri fini del dimensionamento scolastico.

In una regione come la nostra, colpita già duramente dallo spopolamento, tale provvedimento potrebbe rappresentare un colpo di grazia all’intero sistema scolastico.

Già oggi, con parametri molto più bassi (300 studenti per le aree montane 500 studenti per le altre aree) è stato complicato  limitare gli accorpamenti e preservare i servizi. Con i nuovi parametri (900 studenti) la nostra sarà una delle province più colpite, con 25 istituti in meno nell’immediato fino a raggiungere una riduzione del 44,6% entro l’anno scolastico 2031-2032.

Occorrerebbe avere il coraggio di investire di più sulla scuola e sull’istruzione; assistiamo, invece, all’ennesimo taglio.

Il nostro vuole essere un grido di allarme

da trasferire a tutti i rappresentanti politici e istituzionali affinché, in maniera immediata, al di là delle proprie appartenenze politiche, possano intervenire per provare a scongiurare le circostanze rappresentate.

È in gioco il futuro dei nostri figli e quindi dell’intera regione!

Ecco perché, facendo seguito anche all’intervento sul tema del Presidente della Commissione Istruzione Enzo Bufano, abbiamo deciso di convocare un Consiglio Provinciale aperto a cui prenderanno parte anche i sindaci e le diverse anime del mondo della scuola.

Christian Giordano

 

Il Consiglio Provinciale di Potenza, convocato dal suo Presidente Christian Giordano per Venerdi 3 Marzo 2023, alle ore 11.00 in “seduta aperta”, discuterà della “Programmazione Scolastica, comma 557 della Legge 29/12/2022 nr. 197. Inapplicabilità del coefficiente 900 per la provincia di Potenza. Valutazione e proposte di aggiornamento delle Linee guida alla regione Basilicata”.

Alla seduta aperta del Consiglio, sono stati invitati i dirigentI dell’Ufficio scolastico regionale, del MIE, degli Istituti  scolastici, del CPIA ed il rappresentante della Consulta studentesca.

La riunione avrà come obiettivo una presa di posizione sulla vicenda dimensionamento scolastico atteso che se ne rileva la inapplicabilità del coefficiente previsto, in quanto la norma prevede la salvaguardia delle scuole  situate in aree montane.  Nella provincia di Potenza, si fa rilevare, tutti gli istituti scolastici sono ubicati in comuni montani o in aree svantaggiate.

 

A tal proposito si è espresso anche il nuovo Segretario generale della Cgil Basilicata, Fernando Mega:

“In Basilicata bisogna invertire la rotta della denatalità e scongiurare il dimensionamento scolastico. A rischio è l’intera tenuta sociale dei nostri territori e la tutela del diritto all’istruzione. L’applicazione della legge 197 del 29 dicembre 2022 in Basilicata produrrebbe una riduzione del 31% degli istituti scolastici, passando dagli attuali 115 agli 84 previsti per l’anno scolastico 2024-2025. Una deriva che dobbiamo assolutamente scongiurare e che richiede una mobilitazione di tutte le forze politiche e istituzionali del territorio, a partire dai sindaci”. Lo afferma il segretario generale della Cgil Basilicata, Fernando Mega.

“Sulla scia di quanto già fatto dalle Regioni Campania, Emilia Romagna, Toscana e Puglia, anche la Regione Basilicata – aggiunge il segretario –  presenti il ricorso alla Corte Costituzionale sul provvedimento legislativo nazionale. L’anno scolastico in corso è cominciato con 1.614 studenti in meno – afferma Mega – con un calo oltre che degli iscritti anche delle classi, 15 in meno (4.080 quest’anno, 4.095 nel 2021), ma non si è registrato nessun accorpamento di istituti. Le legge di Bilancio, invece, rappresenterebbe una vera mannaia per le regioni piccole come la Basilicata, vittime dello spopolamento. La scelta di razionalizzare le sedi sottodimensionate – prosegue – ha il solo scopo di procurare un chiaro risparmio alle casse dello Stato, eliminando le reggenze di dirigenti scolastici e di direttori dei servizi generali e amministrativi, ma con quali conseguenze? Può ancora oggi, nel 2023, l’istruzione essere ancora considerata un costo e non un investimento da chi ci governa?

Di fronte a una crisi di proporzione immane come quella che stiamo vivendo, tra pandemia e guerra in corso nel cuore dell’Europa, la risposta deve essere univoca: bisogna che Stato e Regioni investano concretamente su misure di sostegno sociale al reddito e alle famiglie, aumentando per tutti il tempo scuola per dare un segnale di importanza del ruolo sociale e civile dell’istruzione. C’è in ballo l’esistenza stessa del primo presidio sociale e democratico dello Stato sul nostro territorio oltre che a decine di posti di lavoro. Una ulteriore spinta a quel fenomeno migratorio che è causa determinante della condizione di povertà in cui versa la Basilicata, non solo in termini di Pil e occupazione ma anche di servizi educativi, all’infanzia e ai giovani.

Una reazione a catena che coinvolgerebbe anche i livelli più alti d’istruzione, come rilevato dalla società di consulenza Talents Venture specializzata in istruzione universitaria, la quale sostiene che il calo delle nascite, sommato ai flussi degli studenti che lasciano le aree di residenza nel Sud, rischia di creare veri e propri atenei fantasma, università che, rimaste a presidio dei territori, potrebbero essere frequentate solo da chi ci lavora. Tra queste, quella della Basilicata, dove è prevista entro il 2040 una riduzione della popolazione del 33 per cento.

Non possiamo lasciare che il depauperamento della nostra regione prosegua come se fosse conseguenza di un destino ineluttabile. La Regione Basilicata faccia sentire la propria voce”, conclude Mega.

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