Lavoro

Confcommerzio: l’illegalità pesa due volte sull’impresa sana


Più di un imprenditore su quattro percepisce un peggioramento nei livelli di sicurezza per la propria attività rispetto all’anno scorso; il dato si accentua nel settore alimentare. I fenomeni maggiormente percepiti in aumento sono: l’abusivismo (in aumento per il 51% delle imprese), i furti (per il 47%), la contraffazione (per il 44%); seguono le rapine (37%). Più contenuta la crescita dei comportamenti criminali tipicamente collegabili alla criminalità organizzata come usura (16%) ed estorsioni (14%). Sono i dati di un’indagine realizzata da società Cfk Eurisko in occasione della  Giornata di mobilitazione nazionale “Legalità, mi piace!” promossa da Confcommercio Imprese Italia. Dati che – precisa in una nota Confcommercio Potenza – riscontrano solo qualche piccola differenza territoriale e nel caso della provincia di Potenza discostamenti percentuali molto ridotti rispetto al resto delle realtà del Sud.

“L’illegalità – recita lo slogan dell’iniziativa – distrugge il lavoro di tanti imprenditori. Liberiamo le imprese del commercio, del turismo, dei servizi e dei trasporti dai fenomeni criminali. Per un’economia più sana e più forte, per un Paese più civile”.

I fenomeni illegali – contraffazione, abusivismo, estorsioni, usura, infiltrazioni della criminalità organizzata, furti, rapine, taccheggio – incidono sul corretto funzionamento del mercato in quanto falsano il gioco della concorrenza, comportano la perdita di fiducia degli operatori e la diminuzione degli investimenti. Questi fenomeni impattano pesantemente sul sistema economico-sociale in quanto determinano la chiusura di imprese oneste e la perdita di posti di lavoro, colpiscono la tutela dei consumatori, la sanità e la sicurezza pubblica, causano un danno d’immagine all’intero paese.

Più specificamente – evidenzia Confcommercio – tali fenomeni determinano:

  • un danno economico per le imprese in termini di mancate vendite, riduzione del fatturato, perdita di immagine e di credibilità, abbassamento degli standard qualitativi, etc. Queste, infatti, si vedono usurpare una notevole fetta di mercato a causa del regime di concorrenza sleale generato dai prezzi ridotti dei prodotti contraffatti e/o piratati o dei servizi offerti dai circuiti abusivi di vendita o di esercizio delle professioni;

  • un danno al mercato consistente nell’alterazione delle regole del gioco, a svantaggio degli imprenditori onesti penalizzati del comportamento di operatori che agendo nell’illegalità godono di vantaggi competitivi indebiti basati sui minori costi di produzione (per la contraffazione) e di gestione (per le varie forme di abusivismo) dovuti al mancato rispetto di leggi, regole ed adempimenti;

  • un danno e/o un pericolo per il consumatore finale, poiché le merci contraffatte o l’esercizio abusivo di una professione possono mettere in serio e reale pericolo la salute del consumatore o minacciare la sua sicurezza, specie in alcuni settori come quello cosmetico e farmaceutico, automobilistico, dei giocattoli e l’alimentare. La contraffazione e l’abusivismo, infatti, determinano il venir meno di una della garanzie sulla qualità dei prodotti o dei servizi a vantaggio dei consumatori;

  • un danno sociale connesso all’impatto sul mondo del lavoro e l’occupazione, sia direttamente, dato che i circuiti illegali si avvalgono spesso di sfruttamento di soggetti deboli (disoccupati o, prevalentemente, migranti irregolari) assoldati attraverso un vero e proprio racket del lavoro nero, con evasioni contributive e senza coperture assicurative, sia indirettamente per la perdita di posti di lavoro nelle imprese messe in crisi se non addirittura espulse dal mercato da abusivismo e contraffazione;

  • un danno alle casse dello Stato causato da evasione contributiva e fiscale, dall’Iva alle imposte sui redditi;

  • un danno alla legalità per il re-investimento o il riciclaggio dei profitti ricavati da attività illecite in altrettanto proficue attività delittuose (droga, armi, etc.) da parte di organizzazioni malavitose o viceversa.

“Raccogliamo l’appello del nostro presidente nazionale Carlo Sangalli a non abbassare la guardia su legalità e sicurezza,  tanto più – sottolinea il presidente di Confcommercio Potenza Fausto De Mare – perché viviamo una fase nella quale l’impresa sana è duramente colpita dalla crisi di mercato e dal calo dei consumi e pertanto le risorse che le vengono sottratte dai fenomeni criminali appaiono ancora più determinanti. Confcommercio da sempre incoraggia, affianca e sostiene chi denuncia, invitando a “spezzare la catena dell’illegalità”.

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