Il “Misery index” di Confcommercio, indicatore che dà una valutazione macroeconomica del disagio sociale, dopo la lieve revisione al rialzo del dato di marzo, scende ad aprile a 9,5. La stima – si legge in una nota di Confcommercio – riflette il rallentamento all’1,6% dell’inflazione per i beni e servizi ad alta frequenza d’acquisto, e al 6,6% del tasso di disoccupazione esteso. Secondo le stime provvisorie, ad aprile 2025 l’inflazione dei beni e dei servizi ad alta frequenza d’acquisto è scesa all’1,6%. Il rallentamento – spiega la nota – riflette, principalmente, la sensibile riduzione congiunturale dei prezzi dei carburanti a cui si è associato un lieve aumento dei prezzi degli alimentari e dei tabacchi. Si confermano, pertanto, le attese di una stabilizzazione, anche nei prossimi mesi, dell’inflazione dei beni e servizi che le famiglie acquistano con maggior frequenza. I prezzi dei Beni alimentari, per la cura della casa e della persona registrano un’accelerazione (da +2,1% a +2,6%), mentre la crescita tendenziale dei prodotti ad alta frequenza d’acquisto rallenta (da +1,9% a +1,6%). “In linea con le attese, il quadro congiunturale non sembra aver ancora scontato gli effetti delle turbolenze sul versante delle politiche commerciali”, osserva Confcommercio, aggiungendo che “nel brevissimo periodo è probabile che permangano dinamiche moderatamente positive sia sul versante del mercato del lavoro sia dell’inflazione, mantenendo, al netto di contenute oscillazioni, l’area del disagio sociale sui ridotti livelli degli ultimi mesi. In questo contesto – aggiunge – non vanno trascurati i rischi di un possibile deterioramento degli andamenti produttivi a partire dall’estate, con gli inevitabili effetti negativi sull’occupazione, elemento che potrebbe rafforzare i segnali di peggioramento del sentiment delle famiglie rendendo più complicata la ripresa della domanda”.
Il presidente Confcommercio Potenza Angelo Lovallo sottolinea “l’attenzione della confederazione a monitorare l’andamento dei prezzi da cui dipende la sopravvivenza di piccoli esercizi commerciali soprattutto alimentari nei centri storici e nei piccoli comuni. Gli esercenti sono i primi impegnati alla calmierazione dei prezzi dei beni di prima necessità riducendo i margini di redditività accentuati dall’incremento dei costi aziendali pur di reggere la forte competizione di super e ipermercati, discount. Il rallentamento dell’indice del disagio sociale è un incoraggiamento allo sforzo di tante piccole attività commerciali”.