L’operazione della Guardia di Finanza che ha sequestrato in negozi gestiti da cittadini cinesi a Tito e a Sant’Arcangelo migliaia di articoli non conformi alla vigente normativa nazionale e comunitaria, potenzialmente pericolosi per la salute del consumatore è un primo colpo alla contraffazione che solo per la moda in Italia ha un giro d’affari illeciti per oltre 1 miliardo di euro l’anno. A sottolinearlo, in un comunicato stampa, è Confcommercio Imprese Italia Potenza.
Secondo gli ultimi dati elaborati da Federmoda-Confcommercio, in Basilicata, il valore stimato della merce sequestrata negli ultimi cinque anni solo nel settore abbigliamento-calzature-accessori è pari a 1,5-2 milioni di euro, per circa 200-250mila “capi” e oltre un migliaio di operazioni che hanno impegnato non solo la Gdf, tutti gli altri organi di Polizia compreso quella locale.
Non è casuale – commenta il presidente di Confcommercio Potenza Fausto De Mare – che il dato dell’indagine Confcommercio- Gfk Eurisko sui fenomeni criminali in Basilicata, presentata in occasione della Giornata della Legalità promossa dalla nostra confederazione, vede al primo posto tra i commercianti lucani la contraffazione con il 67% che considera in aumento il fenomeno, a fronte di un dato nazionale del 52%. Subito dopo c’è la presenza di venditori abusivi che rappresenta una delle più gravi problematiche di illegalità sul nostro territorio per il 46% dei nostri titolari di esercizi commerciali. I dati su illegalità, contraffazione e abusivismo ci dicono che “un consumatore su quattro ha acquistato almeno una volta nel 2016 un prodotto o un servizio illegale: in particolare aumenta l’acquisto illegale di abbigliamento, calzature e pelletteria, mentre diminuisce quello di prodotti ritenuti più a rischio per la salute, come alimentari, cosmetici e profumi. Per il 70% dei consumatori l’acquisto di prodotti illegali o l’utilizzo di servizi irregolari è sostanzialmente legato a motivi di natura economica ed è piuttosto normale.
Quello della contraffazione – si legge ancora nella nota – è un danno enorme alle nostre imprese del dettaglio di abbigliamento, pelletterie e calzature. Una piaga sulla quale non dobbiamo mai abbassare la guardia, perché va ad erodere quote di fatturato alle aziende oneste e ad alimentare un mercato parallelo fatto anche di criminalità organizzata e lavoratori fuori da qualsiasi sistema di tutela e garanzia. Serve, pertanto, mantenere al massimo livello l’attenzione a questo problema, perché solo attraverso una forte azione di repressione si riescono a dare quei segnali di serietà, di ordine e di giustizia di cui imprenditori e consumatori hanno bisogno”.
Federmoda – ricorda Confcommercio – ha diffuso Il Vademecum sulla lotta alla contraffazione dal titolo “Compri falso ? Ma lo sai che…”, Federazione si pone l’obiettivo di aiutare i consumatori nell’acquisto di prodotti sicuri e legali e di consigliare di acquistare nei negozi plurimarca di qualità di fiducia. Si tratta di 10 consigli per evitare di cadere nella rete dei prodotti falsi. A partire dai rischi per la salute in quanto molti prodotti contengono agenti chimici e solventi cancerogeni; per arrivare alle sanzioni anche per chi acquista prodotti falsi con multe da 100 euro fino a 7000 euro. E poi, ci sono ragioni di civiltà, come la lotta alla concorrenza sleale, contro il lavoro minorile, la scarsa qualità dei prodotti contraffatti.