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Come mai le sezioni geologiche che interessano il pozzo di reiniezione Costa Molina 2 in Val d’Agri sono sbagliate?


Recentemente è stata diffusa la pubblicazione di Buttinelli et al. “Inversion of inherited thrusts by wastewater injection induced seismicity at the Val d’Agri oilfield (Italy)” (autori M. Buttinelli, L. Improta, S. Bagh, C. Chiarabba, di INGV, pubblicata su Sci Rep. 2016; 6: 37165. Published online 2016 Nov 14) nella quale si evidenzia che le reiniezioni nel pozzo Costa Molina 2 causano sismicità indotta all’interno delle rocce carbonatiche apule in prevalenza, e anche nella copertura prevalentemente argillosa fino ad alcuni chilometri di distanza. Gli autori evidenziano che la ricerca è stata possibile grazie ad una convenzione di collaborazione tra ENI e INGV “Studi e rilevamenti in campo geofisico, sismologico e geochimico in Val d’Agri” dove ENI ha fornito i dati e gli autori li hanno interpretati, evidentemente.

Gli studi circa la sismicità indotta dal Costa Molina 2 concludono con una costante affermazione: le attività di reiniezione non hanno relazioni con le faglie quaternarie. Questa affermazione ha una importanza strategica in quanto il pozzo Costa Molina 2 è ubicato sul fianco orientale della morfostruttura dell’alta val d’Agri controllato dalle faglie pleistoceniche del sistema EAFS, le quali, secondo Improta et al, 2015 (https://www.google.it/url…) (figura 4a) sarebbero responsabili del terremoto del 1857 e lungo di esse si sarebbe propagata la rottura verso SE, cioè verso Montemurro e dove è stato realizzato il pozzo Costa Molina 2, secondo Valensise et al., 2012 (https://ingvterremoti.wordpress.com/…/la-geologia-dei-terr…/).
Sembra che sia un obbligo, pertanto, negare la possibilità che i fluidi reiniettati possano riattivare le faglie sismogenetiche.

Questo obbligo è talmente vincolante che, evidentemente, obbliga ad elaborare in maniera errata le sezioni geologiche che interessano il pozzo di reiniezione Costa Molina 2?
L’immagine 1 tratta da una pubblicazione di Valoroso et al, 2009, (https://www.google.it/url…) evidenzia la struttura a graben dell’alta val d’Agri ed in particolare le faglie dirette immergenti a SW del sistema EAFS che sono cartografate a valle e a monte del pozzo Costa Molina 2. Sono delimitate le aree interessate da sismicità indotta, di bassa magnitudo, dal riempimento e svuotamento del bacino artificiale del Pertusillo (a sud del fiume Agri) e dalle reiniezioni nel pozzo Costa Molina 2 (a nord dell’Agri e del bacino del Pertusillo) vale a dire lungo le faglie sismogenetiche dei sistemi MMFS e EASF.

L’immagine 2 tratta da Morandi e Ceragioli, 2002 (Integrated interpretation of seismic and resistivity images across the «Val d’Agri» graben (Italy), ANNALS OF GEOPHYSICS, VOL. 45, N. 2, April 2002) sulla base dei risultati di indagini geofisiche rappresenta una sezione strutturale schematica attraverso la val d’Agri e ne evidenzia la struttura a graben; sono evidenti le faglie dirette pleistoceniche del sistema EAFS immergenti a SW lungo le quali si sarebbe originato il terremoto del 1857, secondo Improta et al. 2015, propagatosi lungo di esse verso SE secondo Valensise et al 2012.

L’immagine 3 è una sezione geologica schematica consistente in una modifica (in verde) da parte dello scrivente della sezione elaborata da Valoroso et al. 2009.
In tale sezione, schematicamente, ho evidenziato in verde le faglie dirette sismogenetiche dei sistemi MMFS e EASF. E’ evidente che queste ultime faglie dirette interessano il sottosuolo nel quale sono effettuate le reiniezioni del pozzo Costa Molina 2.

L’immagine 4 è tratta da Buttinelli et al 2016; in essa sono evidenziati i livelli entro i quali si induce la sismicità in seguito alle reiniezioni nel pozzo Costa Molina 2. Si tratta di livelli nelle unità carbonatiche apule immergenti verso NE. Sono evidenziate almeno 4-5 faglie inverse immergenti a SO che interesserebbero le unità carbonatiche.
E’ sorprendente che una sezione geologica, sia pure schematica, sia stata elaborata in maniera sbagliata e fuorviante dal momento che non sono state rappresentate le faglie dirette immergenti verso SO del sistema sismogenetico EAFS, faglie che sono ben evidenti nell’immagine 1 e riportate dallo scrivente nell’immagine 3.

Nell’immagine 4 che riproduce la section B di Buttinelli et al. 2016 non è nemmeno rappresentata la faglia chiamata NF nella figura 4B della pubblicazione di Improta et al. 2015, ubicata poco a valle del pozzo Costa Molina 2, che immerge verso SO facente parte del sistema di faglie pleistoceniche EAFS che sarebbero sismogenetiche in quanto lungo di esse, pochi chilometri più a NO si sarebbe originato il terremoto del 1857 (vedi figura 4A di Improta et al. 2015) propagatosi poi verso SE, verso Montemurro, secondo quanto evidenziato da Valensise et al 2012.
Buttinelli et al. 2016 nella figura 1B nella sezione a scala regionale, non di dettaglio, illustrano la struttura a graben dell’alta val d’Agri ed evidenziano che la faglie del sistema EAFS si troverebbero solo a valle del pozzo Costa Molina 2.
Ciò non corrisponde al vero perchè le faglie del sistema EAFS si trovano anche a monte del pozzo come evidenziato nella immagine 1 tratta dalla pubblicazione di Valoroso et al, 2009 e come si può riscontrare sul terreno.

Del resto il Graben dell’alta val d’Agri comprende anche la depressione nella quale è stato realizzato il bacino del Pertusillo evidenziando che le faglie dirette immergenti a SO interesserebbero il sottosuolo nel quale avvengono le reiniezioni e che comunque è interessato dalla dispersione dei fluidi reiniettati.
Elaborando senza tenere conto di tutti i dati disponibili la sezione geologica è automaticamente scomparso il problema delle faglie quaternarie sismogenetiche immergenti a SO per cui per gli autori è normale affermare che non vi è alcuna relazione tra le reiniezioni e le faglie sismogenetiche quaternarie.
L’immagine 5 è stata modificata dallo scrivente ubicando schematicamente le faglie quaternarie del sistema EAFS cartografate nell’immagine 1 e verificate sul terreno dallo scrivente e la faglia NF rappresentata nella figura 4B della pubblicazione di Improta et al. 2015.

Queste faglie determinano uno spostamento verticale di circa 1000 metri per cui è impossibile che non proseguano nel sottosuolo fino ad interessare le rocce carbonatiche delle unità apule.
La loro proiezione in profondità evidenzia una preoccupante corrispondenza con le faglie evidenziate nelle unità carbonatiche da Buttinelli et al. che hanno le caratteristiche di faglie inverse individuatesi in relazione alla tettonica compressiva.
Ma dopo la tettonica compressiva si è sovrimposta sicuramente la tettonica distensiva pleistocenica, che ha individuato il graben della val d’Agri da Marsico Nuovo fino alla zona nella quale si trova il bacino del Pertusillo, individuando alcune faglie immergenti a SO che complessivamente hanno determinato un ribassamento di circa 1000 metri che non può non avere coinvolto le unità carbonatiche apule, magari con riattivazione come faglie normali delle faglie compressive esistenti.
In base a quanto disponibile e pubblicato si riviste scientifiche internazionali si evidenzia una imbarazzante “confusione” circa la struttura del sottosuolo interessato dalle reiniezioni del pozzo Costa Molina 2.

Certo che la elaborazione corretta, con i dati disponibili, delle sezioni geologiche evidenzia che il sottosuolo nel quale si attesta il pozzo di reiniezione Costa Molina 2 risulterebbe interessato anche dalle faglie dirette pleistoceniche che sarebbero sismogenetiche, come evidenziato in Improta et al. 2015.
Credo che sia necessario un trasparente approfondimento!

Franco Ortolani

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