Può anche darsi che i braccialetti brevettati da Amazon siano intelligenti, ma la verità è che dopo aver letto certe notizie ti chiedi se per caso il lavoro non stia diventando schiavitù e se i luoghi di lavoro non rischino di iniziare ad assomigliare ai campi di concentramento di polpottiana memoria. Leggi del braccialetto intelligente, che magari pretenderà anche di dare ordini alla tua vescica, e inevitabilmente ti viene in mente il Chaplin di “Tempi Moderni”, l’alienazione, la disumanizzazione.
Diritti umani? Forse qualcuno dovrebbe dare una ripassata a quell’art. 23 della Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo che tra l’altro recita: “Ogni individuo ha diritto al lavoro, alla libera scelta dell’impiego, a giuste e soddisfacenti condizioni di lavoro ed alla protezione contro la disoccupazione. Ogni individuo, senza discriminazione, ha diritto ad eguale retribuzione per eguale lavoro. Ogni individuo che lavora ha diritto ad una rimunerazione equa e soddisfacente che assicuri a lui stesso e alla sua famiglia una esistenza conforme alla dignità umana ed integrata, se necessario, da altri mezzi di protezione sociale”. E’ tempo, credo, di tornare a parlare di Welfare. E’ tempo in un’Italia, un’Europa e un mondo in cui cresce a dismisura la povertà, di chiedersi se stiamo battendo la strada giusta o se per caso non stiamo sacrificando la nostra umanità a un qualche totem, a un qualche feticcio. Questo non è progresso o, se lo è, non esito ad affermare che mi rifiuto di progredire. Noi non siamo dei “derivati” e le nostre vite non possono essere “cartolarizzate”. Occorre avere il coraggio di proporre un nuovo “New Deal” e che sia magari un Green New Deal. Occorrono nuovi paradigmi. Occorre un nuovo inizio.
Per citare l’economista Gael Giraud, occorre “una svolta culturale che preluda a una nuova economia, in grado di tornare ad essere al servizio dell’uomo. Un’economia finalmente capace di tornare a puntare sull’investimento, la qualità complessiva della vita economica, istituzionale e ambientale, la coesione sociale, lo sviluppo e la valorizzazione delle capacità personali”.
Il lavoro non è schiavitù. Il lavoro non può essere barattato con la salute come avvento nella vicenda Materit e in tante altre brutte storie di lavoro e inquinamento.