Devo confessare che sono davvero stufo dei proclami del segretario regionale della CGIL. Al posto di Summa proverei ad occuparmi del modus operandi di un sindacato che da sempre, in materia di attività estrattive, pretende di avere la botte piena e la moglie ubriaca. Comunico ufficialmente a Summa che le attività estrattive, anche in una normale situazione d’esercizio e con i dovuti monitoraggi, rappresentano un rischio costante per le preziose risorse idriche lucane. Il Centro Olio Val d’Agri, caro Summa, è una spada di Damocle che quotidianamente mette a rischio sorgenti, torrenti, fiumi e la diga del Pertusillo.
La CGIL lucana ha fortemente sostenuto, in nome di pochi maledetti posti di lavoro, la petrolizzazione della Val d’Agri. Questo lo sa Summa e lo sanno tutti coloro che hanno seguito la storia petrolifera lucana. Il sindacato vigilerà? Non so perché, ma la cosa non mi tranquillizza affatto. Se il sindacato e la CGIL avessero davvero vigilato, avrebbero dovuto prestare attenzione a quanto ebbi a denunciare nel 2015 su una possibile perdita di sostanze non meglio identificate, provenienti dal Cova. Temo che nonostante il tentativo maldestro di darsi una mano di verde e di ecologismo, i sindacati lucani abbiano difeso in questi anni soprattutto il lavoro, trascurando la tutela ambientale.