Petrolio in Val d'Agri e Valle del Sauro

Bolognetti: qualche quesito per i gestori del Grand Hotel CENTRO OLIO VAL D’AGRI


Verrebbe da chiedere a quella stessa Eni che ha sversato oltre 400 t. di petrolio nella zona industriale di Viggiano, se sia in grado di fornirci dei dati sul quantitativo di greggio che parte dal Centro Olio Val d’Agri e su quello che arriva alle raffinerie Eni di Taranto.

In relazione alla perdita di idrocarburi emersa a gennaio, mi chiedo e chiedo ai vertici del Dime come mai da agosto il quantitativo di greggio emunto risulta essere sempre di circa 330 t. Che fine hanno fatto le altre 70 t. sversate?

Per ciò che concerne, infine, il costante tentativo di Eni di negare l’impatto su salute e ambiente delle attività che svolge in Basilicata, verrebbe da chiedere a Claudio Descalzi se ha capito che il Cova è uno stabilimento a rischio incidente rilevante o se per caso pensa che stia gestendo una sorta di Grand Hotel a 5 stelle.

Se un errore posso imputare alla Vis è quello di non aver focalizzato l’attenzione, anche e soprattutto, su patologie quali infezioni/infiammazioni polmonari e in generale su patologie non tumorali, che di certo potrebbero avere un nesso con l’inquinamento prodotto da Eni in Val d’Agri. Inquinamento, gioverà ribadirlo, non fa rima solo tumori…anzi.

Per dare un taglio a questa insopportabile pantomima, a questo stucchevole negazionismo Eni, c’è una sola soluzione: occorre una seria indagine epidemiologica che riprenda il lavoro fatto dalla Regione con il rapporto n. 5 “Epidemiologia occupazionale e ambientale”.

Che dire? Non escludo di organizzare un sit-in a Viggiano per la giornata del 30 dicembre. Il titolo ce l’ho già: Grand Hotel CENTRO OLIO VAL D’AGRI – Dotato di tutti i confort: vista sul depuratore consortile, serbatoi ampi e spaziosi, acque termali di strato e aria “condizionata”.

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