Gentile Presidente Alberto Barachini,
ho davvero apprezzato la sua “attenzione” e il suo interesse. Lei ha nutrito ciò che manca: l’ascolto e l’attenzione.
Da ormai 40 giorni provo ad alimentare, attraverso gli strumenti della nonviolenza, una fame che è fame di verità, fame di democrazia, fame di diritti umani e di giustizia sociale. Provo ad alimentare un dialogo, perché la nonviolenza o è questo o non è. Sto chiedendo, e credo che lei lo abbia pienamente compreso, il rispetto di un diritto che è un diritto umano: il diritto alla conoscenza. Democrazia è conoscere per deliberare. Democrazia e diritto alla conoscenza sono sinonimi, viaggiano a braccetto.
Nei giorni scorsi, Presidente Barachini, ho riletto una bella pagina di un grande italiano, Gaetano Salvemini, che nel 1937 scriveva: “Un uomo vale tanto quanto sa. Se gli si proibisce di apprendere nuovi fatti e nuove idee gli si mutila l’anima e la gravità della mutilazione è proporzionata alla durata della sua ignoranza. Senza libertà di stampa, un popolo diventa cieco, sordo e muto. L’individuo si trova isolato al centro dell’esistenza. Si torna inconsciamente al sistema medievale del clan. Vi regna una notte perpetua in cui vagano spiriti smarriti, vuoti di idee”.
Da 18 mesi, una volta di più, in questo nostro Paese in cui monta un dato di democrazia reale, di antidemocrazia, in questo Paese in cui da troppo tempo la Costituzione scritta e “più bella del mondo” è stata sostituita dalla Costituzione materiale, si è consumato un attentato contro i diritti politici del cittadino. Lo dico, Presidente, riferendomi all’art. 294 del codice penale, il cui incipit recita: “Chiunque con violenza, minaccia, inganno…”.
Io dico che c’è inganno quando c’è censura. Dico che c’è stata violenza, rimozione. Non evocherò, Presidente, Ernesto Rossi e quel suo splendido riferimento all’Eiar del ventennio, definita “ordigno vociferante”.
In questi 18 mesi di emergenza sanitaria, che ha aggravato una pregressa emergenza democratica, sono state troppe le voci, le opinioni, le tesi, anche di autorevoli medici e scienziati, rimosse, certo non solo sul fronte del Servizio Pubblico Radio Televisivo.
E’ montato in questi mesi un clima torbido e soffocante, nutrito dal dagli all’eretico, agli untori. Sentiamo usare da parte della stampa parole quali disertori, renitenti, scovare. Si sta alimentando nel Paese un clima d’odio e nel contempo continua ad essere negato dibattito e contraddittorio su troppi temi e uno di questi, di certo, è la vicenda “Sarscov2” con tutti i suoi addentellati. La pianta della democrazia va curata quotidianamente. La democrazia non è per sempre e democrazia, lo ripeto, fa rima con conoscere per deliberare.
Occorre sanare una ferita, occorre “risarcire” gli italiani e restituirgli ciò che gli è stato negato in termini di conoscenza.
Senatore Barachini, ho apprezzato le sue parole e i suoi impegni. Nell’augurarmi che questi si tramutino da parte di chi può e deve in atti; nel dirmi certo che lei non mancherà di dar corso a quel che ha scritto e quindi di sollecitare, le dico che intendo onorare e corrispondere alle sue parole sospendendo il mio sciopero della fame, l’azione nonviolenta in corso. Il mio satyagraha, parola che come sa significa “insistenza per la verità”, continuerà sotto altre forme.
L’occasione mi è gradita per porgerle i miei più cordiali saluti e per augurarle buon lavoro.
Maurizio Bolognetti