Società e Cultura

Basilicata: cosa ci insegna il passato?

La Val d’Agri nella grande trasformazione: dal boom economico alla crisi dell’anni ’70


Lunedì 13 dicembre 2021 l’IIS “G. Peano” di Marsico Nuovo ha ospitato  il dott. Terenzio Bove, agronomo e docente di economia, estimo e marketing presso l’Istituto Tecnico Agrario Statale di Marsicovetere, per un’ interessante riflessione sul tema “ La Val d’Agri nella grande trasformazione: dal boom economico alla crisi dell’anni ‘70”.

La regione Basilicata, da sempre percepita come incapace di offrire opportunità  lavorative e di vita ai suoi abitanti, ha fatto registrare – invece –  un notevole sviluppo demografico ed economico a partire dalla metà del ‘900 fino ai primi anni del nuovo millennio, quando ha conosciuto un continuo e irrefrenabile spopolamento.

Il dott. Bove ha ripercorso la storia di quegli anni ed ha  evidenziato le opere di bonifica realizzate agli inizi del ‘900 sul nostro territorio, grazie alla lungimiranza e intelligenza del noto agronomo Eugenio Azimonti (che comprese fra i primi le potenzialità della nostra Valle) e agli interventi dei ministri del tempo quali, ad esempio, Zecchettin, che istituì il primo consorzio a Villa d’Agri e di cui resta memoria nella piazza principale che porta – appunto – il suo nome.  Ciò – sottolinea il relatore –  ha determinato un considerevole sviluppo sociale, politico ed economico del territorio e ha permesso agli abitanti della regione di migliorare le proprie condizioni di vita.

Tuttavia, se da un lato il boom economico ha determinato una notevole crescita della nostra regione sotto tutti i punti di vista, dall’altro non l’ha risparmiata dai periodi di crisi come quella degli anni ’70. L’agronomo ci ha aiutato a capire che a fermare i flussi migratori dei lucani sono stati gli eventi catastrofici, come ad esempio i terremoti: quello del 1980 ha, infatti,  bloccato l’emigrazione di molti giovani, ma ha dato  anche origine allo sviluppo di piccole realtà industriali ed attività a quel tempo innovative.

Ciò che si è registrato in passato non corrisponde, però, a ciò che si sta verificando oggi: la pandemia da Covid-19 avrebbe dovuto bloccare i flussi migratori, specialmente quello della popolazione lucana più giovane e, invece, non ha fatto altro che accentuarli. Negli ultimi 2 anni  la regione ha registrato un calo della popolazione: 8 mila lucani hanno lasciato la propria terra di origine, tanto che si può parlare a buon diritto di un rapido avanzamento dei processi di desertificazione demografica soprattutto delle aree urbane.

Dal seminario è emerso, tuttavia, che è possibile contrastare il fenomeno dello spopolamento se si riescono a creare le condizioni culturali e materiali per sostenere i lucani nello sforzo di istruirsi, formarsi, realizzare le proprie aspirazioni e raggiungere i propri obiettivi. Terenzio Bove  ha esortato gli studenti a non abbandonare il proprio territorio, ma a valorizzare e a sfruttare tutte le sue potenzialità e opportunità.

Offrire maggiori incentivi economici alle istituzioni culturali e formative esistenti come  offrire forme di lavoro diversificate potrebbe essere un primo passo per contenere lo spopolamento dei nostri piccoli centri e per suscitare in coloro che sono andati via il desiderio di ritornare e di contribuire al cambiamento della nostra regione.

La coinvolgente e interessante discussione si è conclusa con la presa di  coscienza da parte degli studenti che il futuro della Basilicata dipende molto dalla loro tenacia, dalle loro idee, dal loro impegno e dalle loro scelte.

Per questa regione è, dunque,  necessario un cambiamento vero, reale, radicale che deve essere affrontato onestamente e convintamente da ogni cittadino.

Ginevra Incerto

VA del Liceo Scientifico

IIS “G. Peano” di Marsico Nuovo

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