Lavoro

Bando Ambiente 2018: “non farsi sfuggire” l’opportunità!

L’Associazione Bene Comune Viggiano rivolge un invito alle associazioni del Terzo Settore e del volontariato ambientale della Val d’Agri a “non farsi sfuggire” l’opportunità del bando Ambiente diffuso dalla “Fondazione Con il Sud”  che mette a disposizione complessivamente 5 milioni di euro per salvaguardare la biodiversità di parchi e aree protette nelle regioni del Sud. Una Misura – sottolinea una nota a firma del Presidente Vittorio Prinzi – ancora più importante perché si pone l’obiettivo, attraverso la valorizzazione del sistema dell’associazionismo, di coinvolgere le comunità locali e di attivare progetti di rete e sostenibili.

Il Bando che scade l’8 giugno prossimo richiede la presentazione di progetti per “la prevenzione e riduzione dei rischi ambientali all’interno dei Parchi e delle Aree naturali protette meridionali”. I progetti devono avere una durata compresa tra i 24 mesi e i 36 mesi, la richiesta di contributo non deve essere superiore a 300 mila euro e deve prevedere una quota di co-finanziamento economico di almeno il 20% del costo complessivo del progetto. Sull’aspetto del co-finanziamento – rileva l’Associazione Bene Comune – la Regione può pensare da adesso ad una specifica iniziativa altrimenti per le associazioni potenzialmente interessate reperire risorse finanziarie proprie sino a 60 mila euro, quale requisito del bando, potrebbe diventare un ostacolo insormontabile. Anche il ricorso al credito a tasso zero può essere una soluzione da perseguire.

Come spiega la Fondazione sono oltre 200 le aree naturali protette meridionali minacciate da perdita delle biodiversità, inquinamento, incendi e più in generale dal dissesto idro-geologico.  Un patrimonio dal grande valore anche culturale ed economico, che deve essere tutelato e valorizzato in chiave comunitaria”.

Il presidente della Fondazione, Carlo Borgomeo, osserva che “si parla spesso di difesa del territorio, ma sono rari i casi in cui poi si attivano politiche di sviluppo che tengono conto dell’ambiente. Il rischio ambientale non è percepito purtroppo come una priorità” mentre “bisogna intervenire in modo strutturato” e “rafforzare il senso civico e di comunità” puntando su “partenariati ampi e competenti, sulla mobilitazione del territorio e sulla sostenibilità dei progetti che andremo a finanziare”.

La prima causa di perdita di biodiversità, ricorda la Fondazione, è la distruzione e il degrado degli habitat naturali, nonché la loro frammentazione. C’è, poi, la perdita di suolo e la sua “impermeabilizzazione” a causa dell’imponente cementificazione cui l’Italia è sottoposta: solo il 14% del territorio può ancora vantare un orizzonte massimo di 10 chilometri libero da costruzioni, il resto è un intrico fittissimo di città, strade, autostrade, ponti, impianti.

“È indispensabile, come sottolineato nella Strategia europea per la biodiversità al 2020 e nella Strategia nazionale per la biodiversità, riconoscere il valore dei servizi ecosistemici nei processi decisionali e di pianificazione territoriale, allo scopo di conservare e valorizzare adeguatamente il capitale naturale nell’ambito di politiche di sviluppo sostenibile – rileva la Fondazione – È inoltre fondamentale coinvolgere attivamente le comunità che risiedono nelle aree protette e nelle zone limitrofe, attraverso la promozione di iniziative e meccanismi che siano in grado di favorire la diffusione di comportamenti volti alla cura e alla difesa dell’ambiente”.

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