CronachePrimo Piano

Associazione COVA Contro: “Idrocarburi pesanti nel formaggio di Corleto Perticara”


Vi pubblichiamo analisi recenti provenienti da un allevatore di Corleto Perticara, analisi già inviate in originale all’A.G.. Dopo gli idrocarburi nel miele, ed i metalli pesanti in carni e latte ovino, aggiungiamo al mosaico della filiera lucano-saurina un altro tassello: in un campione di formaggio ovino-caprino di media stagionatura e privo di trasformazioni o confezionamenti industriali di sorta, ed applicando la medesima metodica d’analisi usata per la ricerca degli idrocarburi totali nei suoli, quindi trattando l’alimento come rifiuto, il laboratorio ha rilevato nel campione:

457 mg/kg di idrocarburi pesanti e zinco a 41,5 mg/kg. Il secondo valore è tipico dei formaggi, ma gli idrocarburi no. Immaginate che con la medesima metodica si ricercano gli idrocarburi nei suoli, ove il primo limite di legge è a 50 per i suoli ad uso verde pubblico, quindi se il campione fosse stato suolo sarebbe stato pesantemente contaminato. La metodica ovviamente non è accreditata, ma dimostra come gli inquinanti dannosi anche per la salute, di fatto, non rientrino nei controlli/metodiche di routine svolte per i controlli alimentari, ed il non accreditamento più che a discapito della credibilità dell’analisi privata, va a discapito della credibilità dei controlli pubblici. Immaginate che una metodica studiata per analizzare suoli e rifiuti abbia meno “sensibilità o precisione” nei controlli riservati agli alimenti? Se così fosse cosa troveremmo in questi alimenti se i medesimi campioni fossero sottoposti a metodiche di ricerca più approfondite e costose come la spettrofotometria o la spettroscopia NMR? Aspettiamo da settimane risposte dalle autorità, su questi estesi riscontri da idrocarburi, e non solo, negli alimenti lucani, per la cui interpretazione parziale ed ufficiosa vi rimandiamo qui.

In aggiunta in una sorgente di Corleto Perticara, non lontana dall’area del pozzo Tempa Rossa 1, i tensioattivi totali rilevati raggiungono i 0,22 milligrammi ( non microgrammi ) per litro, nonostante la sorgente sgorghi in aperta campagna ad 1 km sul livello del mare. Sostanze tipiche di scarichi civili o attività industriali in acque sorgive montane.

I controlli, se così possiamo definirli, sono volutamente frammentari, incompleti e superficiali, perchè nonostante tutti gli impatti attestati e prevedibili, il business petrolifero deve proseguire, ma a quale prezzo? Per quanti anni le autorità penseranno di poter continuare a nascondere la polvere sotto il tappeto o i veleni in pancia?

ASSOCIAZIONE COVA CONTRO

Articoli correlati

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

WP2Social Auto Publish Powered By : XYZScripts.com