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Area Viggiano fuori da ZES Jonica: proteste da parte dell’Associazione Bene Comune


Prendiamo atto che nella totale distrazione delle istituzioni – Regione e Comuni – e della politica la nostra sollecitazione a far rientrale l’area industriale della Val d’Agri nella ZES Jonica è stata ignorata con le definitive delibere delle giunte regionali di Basilicata e Puglia. Si è persa così un’opportunità irripetibile. E’ quanto sostiene il presidente dell’Associazione Bene Comune Viggiano,  prof. Vittorio Prinzi, aggiungendo che dopo che è stata baypassata dalla Zes, perchè nessuno se n’è occupato, c’è il rischio adesso che l’area industriale di Viggiano perda pezzi, come l’Incubatore, che vogliono chiudere. A condizionare pesantemente il futuro dell’area c’è la indisponibilità di lotti ormai da alcuni anni, e non certo perchè, come vorrebbe far credere il Sindaco di Viggiano, si sono esauriti per le richieste in questi ultimi anni. Occorre provvedere ad un ampliamento dell’area, a prescindere dagli interessi dell’ENI, e renderla attrattiva per investimenti che guardino oltre e senza il petrolio, altrimenti è la fine di un’area oggi quasi interamente assoggettata all’ENI e al suo indotto.

Da anni – evidenzia Prinzi – è in piedi la proposta, da noi sostenuta, di garantire a costi ridotti gas-elettricità e acqua (altra risorsa importante della valle) facendo diventare la Val d’Agri Zona Speciale, attraverso sgravi fiscali specie a favore di piccole e medie imprese e per nuove assunzioni. Non si sottovaluti che tra gli elementi che appesantiscono il fattore competitività dell’industria italiana ci sono propri i costi aziendali con al primo posto energia ed acqua a cui si aggiunge la carenza infrastrutturale che rende più alta la spesa per il trasporto merci e prodotti.
Nell’area Val d’Agri ci sono le stesse condizioni che si sono verificate in più regioni d’Europa per realizzare un’ area franca o speciale. Ci sono soprattutto gli indicatori economici legati alla disoccupazione, allo spopolamento e aggregando una decina di comuni si raggiunge la soglia demografica richiesta.
Per questo, l’obiettivo centrale per noi resta fare in modo che il gas, il petrolio e l’acqua siano gli elementi di sviluppo e non certo qualche centinaio di euro di bolletta in meno per le famiglie o il solito programma royalties da spalmare in mille settori e soprattutto per tappare i buchi di bilancio regionale. La ZES avrebbe rappresentato uno strumento per rilanciare con l’area industriale di Viggiano le aree per gli insediamenti artigianali negli altri centri dove ci sono lotti e capannoni disponibili. Qualcuno adesso spieghi le motivazioni della pesante discriminazione (nel territorio lucano individuato ci sono anche il Melfese e l’area industriale di Tito) ai cittadini della valle magari come è accaduto con l’Ospedale di Villa d’Agri in un incontro pubblico.

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