Lavoro

Anche a Polla “muore” il punto nascite. Sarà chiuso nel 2019

La Regione Campania ha disposto dal 1 gennaio 2019 la chiusura del punto nascite dell’ospedale “Luigi Curto” dell’ospedale di Polla. Non è stata accettata la richiesta do deroga per i punti nascita con meno do 500 parti all’anno. Stessa sorte toccherà anche a quello dell’ospedale di Sapri.

Il sindaco Rocco Giuliano annuncia l’impugnazione del decreto di soppressione e invita tutti alla mobilitazione: “Impugneremo il decreto davanti al TAR e rivolgo un appello ai sindaci del comprensorio a sostenermi in questa battaglia per scongiurare l’ennesimo scippo ai danni del nostro territorio”.

Perché la soglia minima di 500 nascite per mantenere in vita un punto nascite? Per salvaguardare la salute dei nascituri e delle madri.

Una regola che dovrebbe valere per tutti e non a macchia di leopardo grazie al protezionismo politico di cui godono altri ospedali.

500 non è un numero casuale ma è frutto di una elaborazione delle società scientifiche che raggruppano gli specialisti in Ostetricia e Ginecologia, Pediatria e Neonatologia che stabiliscono come la nascita in un ospedale di piccole dimensioni possa rappresentare un pericolo per le donne e per i nascituri in caso di rare, ma potenzialmente letali, situazioni di emergenza che possono verificarsi durante il parto. Pochi mesi fa le società scientifiche in questione in una nota avevano messo in evidenza che “la letteratura scientifica documenta come il parto in punti nascita di piccole dimensioni possa trasformarsi in un momento drammatico qualora sopraggiungano eventi imprevisti che necessitano di essere affrontati in strutture idonee ed in tempi rapidissimi. Il diritto alla salute per donna e neonato deve essere tutelato attraverso la possibilità in concreto di essere assistiti in punti nascita rispondenti alla normativa, e non dalla apparente comodità di partorire in un luogo più vicino al proprio domicilio”.

Erminio Cioffi

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