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Almalaurea 2025: migliorati i dati del 2024 delle laureate e dei laureati Unibas

È stato presentato il 10 giugno 2025, a Brescia, all’interno del Convegno “Laureati e lavoro nel prisma del mismatch, il XXVII Rapporto sul Profilo e sulla Condizione occupazionale dei laureati, realizzato dal Consorzio Interuniversitario AlmaLaurea.

I dati che riguardano l’Università degli Studi della Basilicata confermano che l’ateneo è in grado di preparare adeguatamente i propri studenti per il mondo del lavoro, grazie al rapporto privilegiato e diretto tra docenti e studenti, a una solida offerta formativa e a un ambiente dotato di aule e infrastrutture congrue, che rendono l’esperienza universitaria del tutto positiva. Ulteriormente migliorati, rispetto al 2024 – e in molti casi superiori alla media nazionale – gli indicatori relativi alle percentuali di laureate e laureati provenienti da fuori regione, al grado di soddisfazione per il percorso svolto, ai rapporti con il personale docente, al carico di studio previsto, allo svolgimento di tirocinii curricolari, al tasso di occupazione sia a un anno, sia a cinque anni dalla laurea, all’efficacia del titolo di studio.

IL PROFILO DEI LAUREATI UNIBAS

Il XXVII Rapporto di AlmaLaurea sul Profilo dei laureati ha analizzato le performance formative di oltre 305 mila laureati di 80 università nel 2024. In particolare, si tratta di 171 mila laureati di primo livello, 102 mila dei percorsi magistrali biennali e 32 mila a ciclo unico.

I laureati nel 2024 dell’Università della Basilicata coinvolti nel XXVII Rapporto sul Profilo dei laureati sono 915. Si tratta di 491 di primo livello, 193 magistrali biennali e 231 a ciclo unico.

Merita di essere evidenziata la capacità di Unibas di attrarre studenti da fuori regione: la percentuale dei laureati non residenti in Basilicata, infatti, è in crescita rispetto allo scorso anno (26,8%: 2025; 23,4%: 2024).

Sostanzialmente invariato il background formativo: circa il 70% dei laureati è in possesso di un diploma di tipo liceale (73% la media nazionale), il 25% tecnico e la restante parte professionale o estero.

Il 56,2% dei laureati (media nazionale 58,6%) ha svolto un’attività lavorativa durante gli studi universitari.

È migliorata anche la percentuale di laureati che termina l’università entro la durata del corso di studi: 43,8% nel 2025 (39,4% nel 2024), benché ancora inferiore alla media nazionale.

Il voto medio di laurea è 103,7, perfettamente in linea con la media nazionale (103,8).

Altro punto di forza che emerge dai dati è il numero di laureati che ha svolto tirocini curriculari riconosciuti dal proprio corso di studi. La percentuale è pari al 65,7% nel 2025 (64,2% del 2024): un trend positivo e superiore alla media nazionale (61%). Da notare che i tirocinii rappresentano per le università italiane uno degli obiettivi strategici sul terreno dell’intesa e della collaborazione tra università e sistema economico.

Al di sotto della media nazionale la propensione a compiere un’esperienza di studio all’estero riconosciuta dal corso di laurea (Erasmus in primo luogo), nonostante l’Ateneo abbia una copertura di borse di studio pari al 100%: si tratta del 6,2% dei laureati, contro una media nazionale del 10,3%. Si evidenzia però che, guardando ai soli laureati magistrali, la percentuale sale al 9,0%.

In crescita anche il grado di soddisfazione espresso dai laureati per l’esperienza universitaria in Unibas (92,6% di valutazioni positive nel 2025; 91,8% nel 2024; media nazionale 90,2%). Più nel dettaglio, il 91,3% dei laureati (90,3% nel 2024; media nazionale 88,5%) è soddisfatto del rapporto con il corpo docente e l’85,0% (83,2% nel 2024; 83,6% media nazionale) ritiene il carico di studio adeguato alla durata del corso. In merito alle infrastrutture messe a disposizione dall’Ateneo, il 90,3% (89,5% nel 2024; media nazionale 81,8%) considera le aule adeguate.  Il 70,6% (70,2% nel 2024; media nazionale 72,2%) dei laureati sceglierebbe nuovamente lo stesso corso e lo stesso Ateneo, mentre il 4,5% (2,8% nel 2024) si riscriverebbe nello stesso Ateneo, ma cambiando corso.

 

 

LA CONDIZIONE OCCUPAZIONALE DEI LAUREATI UNIBAS

Il XXVII Rapporto AlmaLaurea sulla Condizione occupazionale dei laureati ha analizzato 690 mila laureati, di 81 università, di primo e secondo livello del 2023, 2021 e 2019 contattati, rispettivamente, a uno, tre e cinque anni dal conseguimento del titolo; l’indagine ha riguardato complessivamente 1.596 laureati dell’Università della Basilicata.

Considerando i laureati triennali Unibas che, dopo il titolo, non si sono mai iscritti ad un nuovo corso di laurea (26,3%), risulta in crescita il tasso di occupazione, che arriva al 66,7% (contro il 60,9% del 2024), mentre è in deciso calo il tasso di disoccupazione, pari all’11,1% (era il 20,9% nel 2024).

La retribuzione è in media di 1.143 euro mensili netti.

Sono state prese in esame, inoltre, l’efficacia del titolo, che combina la richiesta della laurea per l’esercizio del lavoro svolto e l’utilizzo, nel lavoro, delle competenze apprese all’università. Anche in questo caso i dati del 2025 sono sensibilmente migliori di quelli del 2024: nel 2025 il 50,0% degli occupati (39,6% del 2024) considera il titolo molto efficace o efficace per il lavoro svolto; il 42,2% dichiara di utilizzare in misura elevata, nel proprio lavoro, le competenze acquisite all’università.

Per quanto riguarda invece i laureati di secondo livello contattati a un anno dal titolo, risulta in crescita il tasso di occupazione, pari al 75%, contro il 73,5% del 2024.

La retribuzione è in media di 1.369 euro mensili netti.

Il 73,8% degli occupati ritiene la laurea conseguita molto efficace o efficace per il lavoro che sta svolgendo contro una media nazionale del 68,2%; il 65,8% dichiara di utilizzare in misura elevata, nel proprio lavoro, le competenze acquisite durante il percorso di studi.

Numeri ancor più positivi per i laureati Unibas contattati a cinque anni dal titolo.

Il tasso di occupazione è cresciuto significativamente, dall’81,7% nel 2024 all’87,7% del 2025. Il tasso di disoccupazione invece è sceso dal 9,7% del 2024 al 6,0% del 2025.

Le retribuzioni arrivano in media a 1.539 euro mensili netti.

L’84,8% (83,5 % nel 2024) degli occupati (media nazionale 74,8%) ritiene la laurea conseguita molto efficace o efficace per il lavoro svolto; il 71,9% (67,4% nel 2024) dichiara di utilizzare in misura elevata, nel proprio lavoro, le competenze acquisite all’università.

Quanto agli ambiti lavorativi: il 49,1% dei laureati è inserito nel settore privato, mentre il 50,3% nel pubblico; lo 0,6% lavora nel non-profit. L’ambito dei servizi assorbe l’84,2%, mentre l’industria accoglie il 13,5% degli occupati; 2,3% la quota di chi lavora nel settore dell’agricoltura.

Soddisfatto il Magnifico Rettore Ignazio M. Mancini: “Restano indubbiamente margini di miglioramento e le azioni per potenziare e far crescere l’ateneo devono continuare incessanti, ma il nostro impegno nel consolidare sempre più i rapporti con il territorio, nell’offrire ai nostri studenti un percorso formativo serio e competitivo, nel garantire loro servizi e infrastrutture adeguate in un ambiente accogliente, che pone la persona al centro, stanno dando risultati tangibili, di cui andiamo fieri”.

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