I primi curiosi cominciano ad avvicinarsi a quel cancello verde intorno alla fine di novembre. «Ormai qui è una tradizione» raccontano in zona. Ci sono i bambini, ma anche gli adulti. E tutti non vedono l’ora di ammirare il famoso presepe “dentro il cortile” divia Rubiana 41. Quaranta casette e un centinaio di statuine con 300 metri di cavi elettrici, la Natività e persino una cascata che funziona davvero. La famiglia Mazza-D’Amato non si fa mancare davvero nulla e da anni tramanda una passione che va avanti da generazioni. Da 11 anni allestisce nel cortile un presepe che è ormai una vera e propria attrazione per borgo San Paolo. Un presepe di 24 metri quadri che unisce le tradizioni di quattro regioni: il Piemonte, che ha accolto la famiglia diversi anni fa, la Calabria, la Campania e la Basilicata con le loro usanze tipiche.
La maestosa opera contiene di tutto: pastori, contadini e pecorelle. Divisi persino in nobili e meno nobili. Poi c’è la grotta – che quest’anno è stata costruita con massi veri – il nostro fiumePo, il Monviso, un castello, i ponti e una chiesa che richiama la cattedrale di Marsico Nuovo e il suo patrono. Gli attori sono quattro: Giuseppe Mazza e prima di lui il nonno hanno trasformato la realizzazione del presepe in una passione. Poi c’è la moglie Fiorenza, che non fa mai mancare un buon caffè caldo, utilissimo d’inverno, e il figlio Francesco, studente in Ingegneria. E infine allo zio di Francesco, Fernando D’Amato, poliziotto in pensione e factotum di casa. Sue le casette, sue le decorazioni. Tutte costruite e dipinte a mano. Invidiabile anche la cascata con l’acqua alimentata da una pompa ad immersione che ne garantisce il riciclo. Su Facebook c’è persino una pagina che racconta le gesta di questa famiglia. Mentre l’anno scorso la famiglia ha ricevuto anche la visita della sindaca di Torino, Chiara Appendino. «Mi ha chiamato la sua segretaria per concordare una visita, non nego che ci abbia fatto davvero molto piacere» racconta Francesco.
I visitatori più accaniti, però, rimangono i bambini. Con le loro domande e le loro curiosità rendono ancora più magico questo appuntamento. «E per il prossimo anno – spiega papà Giuseppe – proveremo a inventarci qualcosa di nuovo».
FONTE CRONACAQUI