Lavoro

Trony, epilogo amaro: formalizzati i licenziamenti anche per i due stabilimenti lucani

In Basilicata andranno a casa una trentina di lavoratori


Si sta concludendo nel peggiore dei modi la vertenza che ha coinvolto i dipendenti dei 35 negozi a marchio Trony gestiti dalla Dps Group in fallimento. Da mesi i lavoratori dei punti vendita sparsi tra LombardiaVenetoPiemonteLiguriaPuglia e Basilicata erano senza retribuzione e i lotta insieme ai sindacati per scongiurare il peggio. Peggio che si è palesato oggi, quando è stata formalizzata  la procedura di licenziamento collettivo per tutti i 458 dipendenti dei punti vendita gestiti da Dps Group. I sindacati di  categoria hanno intanto trasmesso la richiesta di incontro per l’avvio dell’esame congiunto previsto dalle norme di legge.

La notizia è stata resa nota attraverso un comunicato della Fisascat Cgil:  “Nel corso dell’ultimo confronto al ministero dello Sviluppo Economico il curatore aveva annunciato  l’avvio del bando di gara pubblica per la cessione delle attività dichiarando l’esistenza di un’offerta di acquisto parziale che riguarderebbe solo 8 punti vendita”. “Mentre rimarrà aperto il tavolo al dicastero per la Fisascat Cisl è necessario incentivare le proposte di acquisto che tenderanno a salvaguardare il maggior numero di posti di lavoro”, ha commentato il segretario nazionale della categoria Mirco Ceotto.

“Con l’apertura della procedura di licenziamento e l’avvio del bando di gara pubblica tenteremo di percorrere la strada della ricollocazione in altri players del settore, ma per la maggior parte dei lavoratori del marchio si apriranno purtroppo le porte della disoccupazione, sprovvisti di un ammortizzare sociale ad hoc considerato che sono esclusi dai trattamenti ordinari di sostegno al  reddito”, ha aggiunto il dirigente sindacale.

“E’ una vertenza – ha concluso Ceotto – che lascia grande delusione per l’esito di un fallimento emblematico dello stato di sofferenza del retail dell’elettronica di consumo schiacciato dalla concorrenza dell’e-commerce e dall’incapacità aziendale di rilanciarsi sul mercato”.

FONTE TODAY.IT

 

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