Petrolio in Val d'Agri e Valle del Sauro

ScanZiamo le scorie, oltre 5mila firme contro il petrolio in Basilicata. Continua la raccolta


Oltre 5mila firme raccolte dall’Associazione ScanZiamo le Scorie attraverso la piattaforma online Change.org (goo.gl/V7Z2mU) per chiedere al Presidente della Regione Basilicata Marcello Pittella, ai consiglieri regionali e al Governo di fermare le attività estrattive in Basilicata ed investire nel territorio e nei settori dell’agroalimentare e del turismo.

E’ quanto si legge nella nota diffusa dal portavoce dell’Associazione ScanZiamo le Scorie, Pasquale Stigliani che spiega: “Il petrolio è una risorsa limitata. Tra qualche anno terminerà anche lo sfruttamento del giacimento in Basilicata che non è più considerato strategico dal Governo nazionale. L’innovazione tecnologica ha rivoluzionato le forme di utilizzo dell’energia spostando i consumi anche dei trasporti sul vettore elettrico, soddisfatto dalle fonti rinnovabili. Lo scenario terminale dell’impiego degli idrocarburi e i danni che comporta il suo sfruttamento impongono al più presto l’apertura di un confronto al fine di decidere quale sarà la strada da intraprendere per andare oltre al petrolio.

E’ necessario – continua Stigliani – attivare al più presto un programma d’uscita che diventi un’opportunità per creare nuovi posti di lavoro. E’ necessario investire sul territorio e sull’unicità dei luoghi presenti con il protagonismo di settori fondamentali per la creazione di sviluppo locale come l’agroalimentare e il turismo e cogliendo questo grande momento visibilità che offre Matera Capitale della Cultura europea.

La raccolta firme proseguirà fino al XIV anniversario della protesta contro il deposito di scorie nucleari che si svolgerà anche questo anno a Scanzano tra il 13 e 27 novembre. Nell’occasione, rivolgeremo ai rappresentanti politici – conclude il portavoce di ScanZiamo le Scorie – la volontà delle migliaia di firme raccolte con una proposta sia di chiusura delle attività estrattive degli idrocarburi in Basilicata che hanno generato uno ‘sviluppo distorto del territorio’ che per favorire lo sviluppo sostenibile del territorio”.

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