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Raffaele Soave, tutta una vita sulla stessa sponda politica… e poi il calcio …

Una vita di passioni per il portiere di Roccanova che parò un rigore a Bruscolotti


Sin da giovane ha avuto la politica nel sangue Raffaele Soave. Il comunismo, innanzitutto, inteso come progetto di libertà ed emancipazione affinché gli uomini (tutti) potessero vivere una vita e non sopportarla come una tremenda punizione. Operaio alla Fiat, sindacalista della Cgil instancabilmente in lotta per la difesa del lavoro e lo sviluppo del suo territorio, il senisese, quindi consigliere e assessore alla Provincia di Potenza per i Comunisti Italiani, Soave ci ha lasciati a sessantotto anni qualche giorno fa per un improvviso malore. In lui, oltre all’impegno civile, ardeva il fuoco di un altro sentimento forte, quello per il pallone. Senza voler citare Albert Camus, una volta a chi scrive confessò, che più o meno tutto quello che sapeva della vita l’aveva imparato dalle battaglie politiche e dal calcio che giocò da giovane ad altissimi livelli nei dilettanti della Campania e della Basilicata.
Difendeva i pali Soave e, seppur, non avesse un fisico imponente era un portiere abilissimo, se si trovava in giornata per gli avversari diventava un’impresa non facile fargli gol. Iniziò ad innamorarsi del ruolo più romantico
(e letterario) dell’arte della pedata sin da ragazzino nella sua Roccanova e anche su incoraggiamento di Enzo Amorosi, un avvocato che diverrà un nome di prestigio del foro romano. Nell’estate 1962 venne selezionato per
un raduno dei giovanissimi al Centro Sportivo di Caserta dal responsabile del Nag regionale, Michele Andreolo che fu campione del mondo con gli azzurri di Pozzo nel 1938. Dopo quella straordinaria esperienza campana, Soave si iscrisse all’Istituto Industriale di Salerno e qui venne ingaggiato nella squadra del Duomo allenata da Peppe Santucci, colonna del calcio salernitano che all’epoca vestiva la maglia della Cavese in cui giocavano anche due roccanovesi, Arturo Pesce e Domenico De Pierro. Ma il primo vero campionato che “legittimò portiere” il ragazzo lucano fu nella stagione 1967-68 col Santa Maria, club di Contursi dove per le sue prodezze divenne una sorta di “Zoff di provincia.” Tanto apprezzato fu dai tifosi locali che ancora oggi su un muro di cinta dello stadio del centro della Valle del Sele si può leggere la scritta “Viva Soave.” Di quel campionato ci teneva a ricordare la partita di ritorno con la Pollese, sul finale venne espulso ma parò due rigori, uno a Peppe Bruscolotti che diverrà poi capitano per molti anni del Napoli.


Dopo Contursi (dove nel 2009 l’Amministrazione Comunale lo premiò per suoi eccellenti trascorsi), Soave passò in una delle squadre più quotate della Salerno del tempo, la Milionmobili che militava nel torneo di promozione ed era allenata da un illustre ex-portiere, Brenno Fontanesi, che aveva giocato nel Milan e nella Salernitana e per diversi anni fu rincalzo di Osvaldo Bugatti nel Napoli.
Finiti gli studi superiori, Soave venne ingaggiato dal Policoro dove firmò anche un contratto di lavoro. Gli ionici vinsero alla grande il campionato di massima serie regionale grazie ai gol di Andrea Esposito (che verrà acquistato dal Napoli) e, ovviamente, alle prestazioni tra i pali del giovane estremo difensore. In serie D “Filuccio” non partì subito titolare, ma lo divenne già dalla seconda giornata nella partita col Lavello. Di quel torneo non dimenticherà lo scontro fuori casa a Trani dove, per una serie di interventi in plasticità, riuscì a strappare lunghissimi applausi al pubblico locale.
Un’altra partita in cui Soave fu mattatore è nel casalingo match col Manfredonia arbitrato da Rosario Lo Bello: dopo l’iniziale vantaggio per i pugliesi su cui il numero uno non riuscì a fermare un tiro al fulmicotone, il Policoro ribaltò il risultato con due gol di Andrea Esposito (si aggiudicherà la classifica cannonieri) e Soave risulterà tra i migliori in campo.
L’obiettivo della salvezza dagli ionici venne raggiunto, ma a metà campionato l’estremo difensore dovette lasciare la squadra per partire militare e raggiungere la caserma di Trapani. Finita l’esperienza coi bianchi-azzurri materani (che dopo due stagioni in quarta serie inizieranno a decadere fino al fallimento), Raffaele Soave andrà a difendere la porta del Francavilla sul Sinni in promozione e poi del Roccanova in prima categoria, ma intanto premeva in lui la febbre per la militanza politica che lo porterà ad essere sempre in prima fila in tante lotte, in particolare per quella dell’invaso di Montecotugno che, tra l’altro, ne racconterà gli sviluppi nelle pagine de “La diga di Senise” (Galzerano editore). Una vita tra due incontenibili passioni, tra pallone e politica, come quella di Raffaele Soave sarebbe piaciuta allo scrittore sudamericano Osvaldo Soriano il quale ne avrebbe celebrato con lo stesso entusiasmo tanto un volo felino tra i pali quanto una battaglia a fianco degli operai o dei contadini lucani… Il calcio e la politica, il miglior binomio per narrare le belle esistenze… Alla misura di quella del portiere e sindacalista della “città del grottino.”

FONTE: MIMMO MASTRANGELO – IL QUOTIDIANO DEL SUD

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