Estate tempo di pranzo in agriturismo. Turismo Verde, agenzia agrituristica della Cia, per valorizzare la cucina contadina lancia il progetto “Portiamo nel mondo il meraviglioso scrigno nascosto di territori, agritursmi e cibi tradizionali italiani”. Protagonisti sono gli agrichef. Chi è l’Agrichef: intanto si tratta di una definizione che vanta già innumerevoli casi d’imitazione (ma il marchio originale depositato è della Cia). Quelli che hanno ottenuto il riconoscimento sono finora un centinaio. L’Agrichef è un cuoco/cuoca di comprovata abilità ed esperienza che esercita il suo mestiere all’interno della cucina dell’agriturismo, impegnandosi a trasformare principalmente produzioni agricole aziendali, o di prossimità, nel rispetto della stagionalità e dei saperi contadini, e utilizzando nella realizzazione dei piatti ingredienti legati alla tutela della biodiversità. L’unico agrichef lucano per ora iscritto all’Albo della Cia è il custode dei sapori contadini dell’agriturismo “IL CERRO 1848″ di Picerno (Strada Convento Montagna). Una figura a metà strada tra lo chef stellato della ristorazione “cittadina” e la titolare dell’azienda agricola che conosce il territorio ed i suoi prodotti, con l’abilità in cucina nella realizzazione delle ricette esclusive della tradizione contadina conservate e tramandate da generazioni nelle campagne. Dunque – sottolinea Turismo Verde-Cia – la gastronomia come veicolo del valore agricolo. E del resto non esiste buona cucina senza buona terra e non esiste buona terra senza agricoltura.
Il progetto degli “Agrichef” lanciato in occasione di Expo 2015 – si legge in una nota – parte da un’ idea di cooperazione tra aziende agricole a tutto vantaggio del consumatore. Produrre un’alleanza tra chi consuma e chi produce fondata su comuni valori sta alla base anche del progetto sula tutela della biodiversità e la diffusone dei prodotti biologici.
Scriveva Jean Anthelme Brillat Savarin nella Fisiologia del Gusto: «È necessario per gustare un piatto che sia chi lo cucina come chi lo gusta posseggano entrambi l’exactitude». L’exactitude è la capacita di comprendere non solo i sapori, ma le ragioni di un piatto ed è l’abilità di prepararlo e di gustarlo secondo prassi che prevedono l’ascolto delle materie prime e dei processi di trasformazione. È esattamente quello che fanno gli Agrichef e che può apprendere chi si siede queste tavole dove si mangia “secondo campagna”. Senza risparmiare sforzi per riqualificare offerta e servizi. massimizza l’abilità gastronomica, proponendo l’eccellenza agricola e offrendo una cura certosina nell’ospitalità. Gli ingredienti: la qualità dei prodotti, la biodiversità con il recupero di varietà antiche e le connesse tradizioni enogastronomiche, riscoprendo le vecchie ricette che in campagna si sono tramandate di generazione in generazione. Il bravo imprenditore, e la sua famiglia, i collaboratori, hanno la capacità e la professionalità per rendere più piacevole il soggiorno in agriturismo, nella sua accezione più classica, mettono subito a proprio agio gli ospiti: li aiutano nella scelta del piatto, descrivendo ogni singolo particolare degli ingredienti fin dalla loro produzione in azienda e nel territorio locale. L’operatore agrituristico è felice di raccontare (nella sua semplicità e alcune volte anche nel suo dialetto) la storia della sua azienda, della sua famiglia, delle camere che accoglieranno l’ospite; il tutto, come accade al Cerro 1948 di Picerno, in una atmosfera familiare, calda e accogliente, ma allo stesso tempo discreta, che invoglia alla conversazione anche tra commensali e ospiti in generale.