Lavoro

Confartigianato: tra gennaio e marzo 2018 previsti in Basilicata 3.950 nuovi rapporti di lavoro


Saranno 3.950 i rapporti di lavoro da avviare in Basilicata tra gennaio e marzo 2018. A riferirlo è il Centro Studi Confartigianato che ha rielaborato su scala regionale i dati pubblicati dal Bollettino del Sistema informativo Excelsior, realizzato da Unioncamere in collaborazione con ANPAL, sulla base delle entrate previste dalle imprese con dipendenti dell’industria e dei servizi tra gennaio e marzo 2018.  Il dato complessivo di rapporti da lavoro da avviare nel Paese è di 1,2 milioni con il settentrione che fa il pieno di risorse umane, prevedendo l’attivazione di quasi il 60% di questi contratti, Nord Ovest in testa con circa 390mila ingressi in azienda.

Sono previsioni – commenta Rosa Gentile, dirigente nazionale (coordinatrice di Giovani e Donne Impresa) e regionale – che richiedono valutazioni più approfondite. Come è utile tenere conto delle professioni più richieste in questo primo trimestre dell’anno che vedono al primo posto gli addetti alle vendite, seguiti da addetti alla ristorazione, personale non qualificato nei servizi di pulizia e addetti nei rapporti con i mercati. Non possiamo ulteriormente sottovalutare – aggiunge – la difficoltà delle aziende a reperire le figure professionali di cui hanno bisogno, il cosiddetto Il mismatch che nel mese di gennaio risale, in media, al 25% ed è decisamente consistente anche per alcuni profili di operai specializzati che compaiono tra le 10 professioni più ricercate proprio in questo mese. Interessa, ad esempio, quasi il 37% dei 13mila artigiani e operati specializzati addetti alle rifiniture delle costruzioni e ben il 41% dei 12.600 meccanici artigianali, montatori, riparatori e manutentori di macchine fisse e mobili. Si mantiene stabile rispetto al mese scorso la richiesta di giovani. Pari al 35% del totale, supera a gennaio le 174mila unità ed è particolarmente consistente, in rapporto al totale delle entrate programmate, da parte delle imprese dei servizi finanziari ed assicurativi, dell’industria turistica e dei servizi informatici e delle telecomunicazioni.

Le proposte di Confartigianato in tema di istruzione e formazione professionalizzante: il valore artigiano delle imprese italiane ha bisogno di competenze. Competenze antiche da trasmettere che si fondono con competenze nuove richieste dalla rapida innovazione tecnologica. È quindi fondamentale, per la competitività del sistema Paese, il sostegno e rilancio dell’istruzione e formazione professionalizzante in un’ottica di filiera che metta a regime il sistema duale (alternanza scuola lavoro e apprendistato), rafforzi i percorsi tecnici e professionali di qualità e valorizzi il livello Terziario con gli ITS – Istituti Tecnici Superiori, che devono uscire dall’attuale status di buona pratica di nicchia. Negli  ultimi anni sono state fatte riforme che hanno modernizzato e semplificato i meccanismi di regolazione del mercato del lavoro, degli ammortizzatori sociali e del welfare. Bisogna proseguire nel percorso riformatore avvalendosi ancor di più della spinta dell’autonomia collettiva, che in un quadro certo di regole sulla rappresentanza potrà essere determinante per contribuire alla ripresa della produttività e della competitività. Lo Stato non può pensare a tutto: bisogna favorire l’adozione di politiche fiscali e contributive di maggior vantaggio per gli strumenti di welfare (a partire da quello bilaterale contrattuale), favorendo la sussidiarietà. E siamo contrari al salario minimo legale: il salario minimo fissato dalla legge danneggia l’autonomia collettiva, perché è un forte disincentivo alla contrattazione.

Gentile infine commenta il dato delle domande dei giovani lucani in attuazione del Programma “Resto al Sud”: è deludente e pertanto deve innescare un ulteriore impegno nella diffusione e comunicazione sull’incentivo del Governo rivolto ai giovani under 35 che vogliono creare nuove imprese al Sud.

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